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Cowboy Bebop, da cartone animato a serie tv su Netflix

Netflix, dopo aver inserito il 21 ottobre nel proprio catalogo la tanto acclamata serie anime Cowboy Bebop, Il 19 novembre ha lanciato l’omonima serie live action ad essa ispirata.

L’anime, prodotta da Sunrise e diretta da Shin’ichirō Watanabe,  è andata in onda con i suoi 26 episodi per la prima volta in Giappone nel 1998 e in Italia nel 1999, appassionando i fan del genere e non solo, fino  a ricevere diversi riconoscimenti e ad essere considerata dalla critica internazionale l’opera maestra dell’animazione nipponica.

Il lancio della serie live tratta dall’anime Cowboy Bebop ha pertanto suscitato clamore e perplessità tra la schiera degli appassionati. Del resto è arduo riuscire ad eguagliare o addirittura superare un’opera che viene considerata perfetta sotto ogni punto di vista.

L’adattamento televisivo da parte della Tomorrow Studios, che è avvenuto con la partecipazione della Sunrise e la consulenza creativa del regista Shin’ichirō Watanabe, segue la storia  originale, seppur apportando qualche cambiamento.

Siamo nel sistema solare del 2071. Marte ed altri pianeti sono stati colonizzati da gran parte della popolazione dopo che, nel 2021, la terra è stata quasi distrutta da una pioggia di meteoriti provenienti dalla Luna a causa dell’esplosione di un Gate, un portale per i viaggi  iperspaziali. La possibilità di spostarsi all’interno del sistema solare e raggiungere qualsiasi pianeta attraverso i Gate rende difficile alla polizia contrastare la criminalità. Per facilitare la lotta contro i cartelli della criminalità organizzata (in primis il sindacato del crimine Red Dragon), i narcotrafficanti e i terroristi viene quindi istituito un sistema di ricompense per i cacciatori di taglie (chiamati cowboy) analogo a quello del old west. 

Ed è così che Jet Black (Mustafa Shakir), ex investigatore della ISSP, e Spike Spiegel (John Cho), ex-affiliato del Red Dragon, si guadagnano da vivere a bordo della loro astronave Bebop, assicurando i criminali alla giustizia in cambio di denaro. Si uniranno a loro l’attraente e pungente truffatrice Faye Valentine (Daniella Pineda), la brillante giovane hacker Radical Edward (Eden Perkins) e l’intelligente e fedele corgi Ein. Nel remake live action il personaggio di Ed viene introdotto solo nella parte finale e viene volutamente messo in secondo piano per concentrare l’attenzione sul trio Spike, Jet e Faye.

L’anime mescola in maniera convincente diversi generi come fantascienza, azione, noir, commedia, western, cyberpunk, il tutto affrontato con un’impronta matura ed esistenzialista, riuscendo a catturare un pubblico adulto oltre che giovanile. 

La serie anime Cowboy Bebop, nella quale non mancano combattimenti e violenza, si muove in perfetta armonia tra comicità e malinconia, contrapponendo situazioni ironiche e divertenti a momenti più riflessivi e complessi in cui viene fuori la solitudine che caratterizza i personaggi, in perenne conflitto con il loro difficile passato e i loro demoni interiori.

Nella versione live action della serie, invece, il lato più intimo e introspettivo della storia viene superato da quello più divertente e dinamico, puntando tutto su comicità e azione e abbandonando la nota filosofica che caratterizza l’anime.

Ripensare e trasformare un’opera non è semplice e anche se questo adattamento ha saputo seguire la traccia originale della storia, ad un certo punto, se ne allontana per lanciarsi in un cammino tutto suo, verso una probabile, ma non ancora confermata, seconda stagione.

Per gli amanti dell’anime non è facile accettare e soprattutto apprezzare un suo remake ma forse, per chi ancora non conosce Cowboy Bebop, questa serie live action potrebbe essere una sorpresa.

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