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“Esperimento” Google, sei nuove applicazioni per usare meno il cellulare

“Esperimento” Google, sei nuove applicazioni per usare meno il cellulare

By Redazione

Sei nuove applicazioni per salvaguardare il benessere digitale dell’utente. Questa l’ultima iniziativa di Google, che desidera promuovere il Digital Wellbeing, al fine di mitigare e ridurre l’eccessiva dipendenza dei consumatori dallo smartphone. A tal proposito, il colosso californiano ha lanciato sei nuove app, dal carattere ludico e scherzoso, rintracciabili sui dispositivi con sistema operativo Android, consultando semplicemente lo Store. Google parla di “un esperimento”. Scorrendo l’elenco delle app, è possibile notare come solo una delle sei fornisca un’utilità effettiva, anche se tutte sono studiate per incoraggiare l’utente a riflettere sulla qualità del tempo speso sul proprio smartphone. Inoltre, esse hanno come obiettivo proporre all’utente strategie alternative finalizzate a diminuire artificiosamente la funzionalità degli smartphone stessi. 

Tuttavia, molto spesso, i suggerimenti forniti sono impossibili da mettere in pratica.  E questo fa comprendere come si tratti davvero di un esperimento, una sorta di “fase pilota”, che Google tenta di mettere in pratica, al fine di apportare migliorie, magari già nei prossimi aggiornamenti che riguarderanno le sei app suggerite. Ma vediamo, nel concreto, quali sono le sei applicazioni con cui Google vuole tutelare la nostra “salute digitale”. L’elenco si apre con “Desert Island”, appunto “Isola Deserta”, quasi un controsenso per un’ “arena affollata” come quella di uno smartphone. E l’obiettivo di Google è proprio questo, “fare pulizia” sullo schermo del cellulare. Infatti, l’utente è invitato a compilare accuratamente un elenco di app considerate vitali per la sua attività quotidiana, una sorta di lista d’élite, per poi bloccare tutte le altre per almeno 24 ore. Google, dunque, sfida lo user, mettendo alla prova la sua capacità di resistenza. 

“Unclock Clock”, lo “Sblocco Creativo” è la seconda invenzione Google; dal carattere creativo e scherzoso, si presenta come un orologio, anche se in realtà è un contatore, che indica il numero di volte in cui si è proceduto con lo sblocco dello schermo. Può sembrare una banalità; invece, quest’applicazione consente all’utente di comprendere realmente la qualità e la quantità delle sue interazioni con lo smartphone, se esse siano davvero necessarie o se lo sblocco dello schermo sia diventata un’abitudine di cui non ci si rende conto.  Una volta proceduto al download dallo store, l’app diventerà parte integrante dei Live Wallpaper (sfondi animati) del dispositivo. “Morph” è, invece, l’applicazione basata sulla logica della geolocalizzazione. In questo modo, l’utente definisce la modalità per ogni applicazione del suo cellulare, che si abbinerà ai diversi luoghi praticati dallo user. A seconda, poi, degli ambienti in cui quest’ultimo si troverà, l’applicazione Morph (che letteralmente vuol dire mutare), mostrerà sullo schermo soltanto le applicazioni di cui si ha realmente necessità nel posto in cui veniamo “geolocalizzati”.

Con “We Flip” lo smartphone fa entrare l’utente in una sorta di “gioco del silenzio”.  Anche questa sembra un’iniziativa paradossale, ma Google ha pensato di abbattere anche quest’ostacolo. We Flip, infatti, permette allo user di avere a disposizione il bottone “non disturbare”, applicato ad un gruppo di membri con cui si decide di condividere l’iniziativa. Tuttavia, se uno dei componenti procede con lo sblocco dello schermo per inviare un messaggio, leggere una notifica o usare per qualche altro motivo il dispositivo mobile, il “gioco del silenzio” si interrompe per tutto il gruppo. Per quanto simpatica e buffa, quest’app appare la meno funzionale di tutti.

“Post Box”, al contrario, sembra più accattivante e davvero utile per migliorare il benessere digitale dell’utente. Quest’applicazione, infatti, raccoglie tutte le notifiche che si ricevono, per poi mostrarle all’utente solo un po’ per volta, ad intervalli temporali ben definiti. Sicuramente un’ottima strategia per “mettere in pausa”, almeno per un po’, il nostro cervello. Tuttavia, l’app più curiosa ed isolita sembra essere “Google Paper Phone”. Essa consente all’utente di selezionare una serie di informazioni realmente importanti e di stamparle su un foglio A4 direttamente dal telefono. Il foglio sarà, poi, usato per creare un’agendina in formato A6, su cui saranno presenti gli eventuali appuntamenti, le informazioni e le indicazioni utili per la giornata. In questo modo, sarà possibile lasciare lo smartphone a casa almeno per un giorno, perché tutto sarà appuntato sull’agendina, che l’utente porterà nella propria tasca.

Valutando nel particolare le singole app ideate da Google, ci si renderà conto come esse non potranno risolvere realmente le dipendenze da smartphone.  Tuttavia, almeno alcune delle applicazioni spingeranno l’utente ad un’attenta riflessione e, magari, lo aiuteranno a mitigare l’eccessivo uso quotidiano del dispositivo.  Soprattutto gli potranno far comprendere meglio che, almeno per un giorno o per qualche ora della giornata, non avere lo smartphone sempre attivo o, comunque, perennemente in uso non è la fine del mondo. Ed i neuroni del cervello gliene saranno grati.

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