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I Satelliti della Silicon Valley

I Satelliti della Silicon Valley

By Redazione

Questo mese Amazon ha confermato l’ambizioso progetto di lancio di 3.236 satelliti nell’orbita bassa della Terra, denominato “Project Kuiper”. L’obiettivo? Fornire una connessione a banda larga nelle comunità non servite o poco servite da internet a livello globale, con la collaborazione di aziende che già condividono questa visione comune. A darne notizia è la rivista americana “Geek Wire”, che per prima ha scoperto la presenza, presso l’Unione Internazionale delle Telecomunicazioni, di una serie di documenti riconducibili a Kuiper System LLC e prodotti da Amazon. Nel dettaglio, questo nuovo progetto Amazon prevede la diffusione di satelliti su tre strati di altitudini: 784 satelliti saranno collocati a 590 chilometri d’altezza, 1.296 satelliti orbiteranno a 610 chilometri d’altezza e 1.156 satelliti saliranno a 630 chilometri. I satelliti di Amazon si collocheranno tra il 56° parallelo nord e il 56° parallelo sud, in zone comprese tra la Scozia e il Sudamerica. Amazon non ha dichiarato se i satelliti saranno costruiti in casa o acquistati da terze parti, magari dalla società spaziale Blue Origi, di proprietà di Jeff Bezos, CEO di Amazon. Al momento l’azienda è in attesa dell’approvazione del progetto da parte della Federal Communications Commission, ma sta già selezionando nuovo personale da inserire nel Progetto Kuiper – se sei interessato, clicca qui ed invia la tua candidatura!

satelliti amazon

Pensate che nel mondo 4 miliardi di persone non riescono ad accedere ad internet. Per questo motivo, tra i primi ad aver capito l’importanza di portare il world wide web in queste aree “scollegate”, sono state proprio le grandi aziende della Silicon Valley. Amazon, infatti, non è la prima: Google, SpaceX, OneWeb e Facebook da circa 1 anno lavorano sulla ricerca e lo sviluppo di soluzioni che possano “esportare” internet a banda larga presso le popolazioni non collegate. Da quel che si legge sul web, pare comunque che siano Facebook e OneWeb le aziende ad avere lo stato più avanzato dei lavori per i propri progetti di portare internet nello spazio. Grazie anche alla collaborazione con l’industria di navigazione satellitare Airbus, che dal 2015 riceve appalti per la produzione di satelliti che possano diffondere internet a banda larga, le due big della Silicon Valley hanno già abbandonato i vecchi progetti di diffusione della rete tramite droni e potrebbero presto alzare il sipario su questi nuovi progetti satellitare. Dietro di loro ci sarebbero ingenti investimenti da parte di una grossa azienda di telecomunicazioni giapponese, di Virgin Group e di Qualcomm, società californiana tra le prime al mondo per la produzione di microchip. Facebook inoltre, come dimostrato con questo documento, avrebbe già ricevuto l’approvazione della Federal Communications Commission attraverso l’applicazione denominata PointView Tech LLC, che si pone l’obiettivo di “fornire in modo efficiente l’accesso a banda larga a aree non servite e poco servite in tutto il mondo”. Nel documento, tra l’altro, si fa esplicito riferimento ad Athena, il nome del progetto Facebook per la messa in orbita di satelliti per connettersi ad internet.

Google's Loon balloon

E Google? Come recentemente riportato da Bloomberg.com, Alphabet – la holding che controlla Google – avrebbe ricevuto un investimento di 125 milioni di dollari sul progetto “Loon Balloon” da parte delle giapponesi SoftBank Corp. e HAPSMobile Inc., vicina alle grandi aziende di telecomunicazione mondiali. “Loon Balloon” è il nome del progetto Google che prevede l’utilizzo di palloni aerostatici, simili a grandi mongolfiere, che portano la connettività internet attraverso un mega network di Wi-Fi a bassa quota. Secondo la stampa giapponese questo investimento permetterebbe a Google di ingaggiare le tecnologie nipponiche per i propri “Loon Balloon”, con l’obiettivo di erogare la connessione 5G su un diametro di 200 chilometri con un solo “Balloon” orbitante. Ce la faranno?

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