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La storia di Dino: il gioco Chrome con il Dinosauro

Dino è il famoso protagonista dell’easter egg, e minigame, della pagina che avvisa della mancata connessione ad Internet di Chrome. Sviluppato nel 2014, è un videogioco di tipo infinite runner, ossia corsa infinita, e ha compiuto da pochi mesi il suo quinto anniversario. Un gioco senza troppe pretese e chissà quali competenze di gioco, in cui serve solo premere la barra spaziatrice per saltare e il tasto della freccia in giù per abbassarsi. Il nome originale del progetto era Project Bolan, in onore di Marc Bolan, cantante della rock band chiamata T-Rex, molto famosa negli anni Settanta. È diventato talmente popolare, che il team di sviluppo di Chrome lo ha incoronato come mascotte ufficiale, con tanto di merchandise esclusivo.

Google, come sempre, ha un asso nella manica per tutto da offrire ai propri utenti, tanto che, anche in assenza di una connessione Internet, è stato ideato questo piccolo gioco, con cui gli utenti possono divertirsi e passare il tempo mentre aspettano che la rete si ripristini. Il gioco consiste in una corsa ad ostacoli del dinosauro, in cui l’unico obiettivo è battere il proprio record. Non tutti lo sanno, ma per giocare a Dino non è nemmeno più necessario andare per forza offline, ma è possibile giocarci anche andando sull’URL chrome://dino, dove l’esperienza di gioco è anche migliore, essendo il gioco a schermo intero.

I tre sviluppatori che lo hanno ideato, Edward Jung, Sebastien Gabriel e Alan Bettes, hanno rivelato che non è stato un caso che il protagonista del videogioco sia proprio un dinosauro. Questo infatti rimanda all’era preistorica, molto prima dell’invenzione di Internet o di una qualsiasi forma di tecnologia, in cui sembra di piombare al momento in cui non si ha più la connessione Internet. Invece, il cactus e il deserto erano già stati inseriti nella prima iterazione della pagina “sei offline”, e la grafica minimal e in pixel art è stata scelta semplicemente perché in linea con lo stile di tutte le pagine di errore. Inoltre, il gioco ricorda i vecchi speedrun che piacevano tanto negli anni Novanta, come Sonic The Edgehog, in cui bisogna soltanto correre e in caso saltare o abbassarsi.

La prima versione uscita nel settembre del 2014 non funzionava proprio bene, soprattutto su alcuni dispositivi, per lo più dispositivi Android. Ciò era dovuto alla poca esperienza degli sviluppatori nel campo dei videogiochi, ma molto presto, alla fine dello stesso anno, venne lanciata una nuova versione completamente riscritta e fluida per qualsiasi piattaforma.

Il numero di partite giocate ogni mese in tutto il mondo ammonta a 270 milioni. La maggior parte dei giocatori, però, si trova in zone in cui ovviamente la connessione ad Internet è poco affidabile e scarsa oppure troppo costosa per potervi accedere, come in Brasile, in Messico, e in India.

Inoltre, il gioco non è davvero endless, ossia infinito, come la maggior parte delle persone pensa, ma finisce dopo 17 milioni di anni, cioè lo stesso periodo in cui il T-rex è vissuto sulla Terra. Non si sa quale sia il record raggiunto fino ad oggi, e forse non si saprà mai, ma vale la pena provare a giocarci almeno una volta.

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