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L’azienda informatica che ha sviluppato lo spyware Pegasus è entrata nella blacklist degli Stati Uniti

La NSO Group Technologies (NSO è l’acronimo di Niv, Shalev e Omri, i nomi dei tre fondatori), azienda israeliana con sede a Herzliya, è entrata a far parte della lista nera del Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti. Infatti, stando a quanto dichiarato dall’amministrazione che fa capo al Presidente Joe Biden, l’azienda israeliana, specializzata in cybersecurity, pare si sia mossa “in contrasto con la politica estera, gli interessi e la sicurezza nazionale” degli Stati Uniti. La NSO è stata la compagnia che ha progettato e rilasciato lo spyware Pegasus, un programma capace di infestare gli smartphone e impadronirsi di tutte le informazioni che vi sono contenute. Inoltre, lo spyware Pegasus è stato usato da molti governi del panorama internazionale per contrastare giornalisti ed oppositori.

Più precisamente, la lista nera del Dipartimento del Commercio statunitense, tecnicamente definita “entity list”, è “uno strumento usato per bloccare le esportazioni verso società, organizzazioni o singoli, che il governo statunitense reputi coinvolti in attività contrarie alla sicurezza nazionale o rappresentanti un concreto pericolo per gli interessi interni ed esteri degli Stati Uniti”. Nel momento in cui una società, un’azienda, un organismo, una compagnia o un qualsiasi ente vengono inseriti all’interno di una entity list, nessuna azienda statunitense può effettuare transizioni con loro, limitandone il progresso tecnologico. Così, il 3 novembre scorso, il Dipartimento del Commercio statunitense ha emendato una risoluzione con cui ha inserito nella entity list quattro società appartenenti al settore della sicurezza informatica. Si tratta delle due società israeliane, NOS Group e Candiru, inserite nell’elenco “sulla base di prove”, che avrebbero dimostrato come le due compagnie avessero “sviluppato e fornito spyware a governi stranieri”, al fine di colpire “funzionari governativi, giornalisti, uomini d’affari, attivisti, accademici e lavoratori delle ambasciate”. All’interno della medesima nota, il Dipartimento del Commercio americano ha affermato che “questi strumenti hanno permesso a governi stranieri di condurre una repressione transnazionale”, superando i limiti nazionali, “per mettere a tacere dissidenti, giornalisti e attivisti”.

Il “Pegasus Project” di “Forbidden Stories”, costituito da un gruppo di giornalisti che ha pubblicato un elenco di persone persone soggette al controllo da parte dello spyware prodotto da NSO, ha affermato che l’Arabia Saudita avrebbe fatto ricorso al Pegasus per la questione dell’omicidio di Jamal Khashoggi, l’ex diplomatico ucciso dai servizi segreti locali nel 2018. Nell’elenco rientrerebbero anche il premierfrancese Emmanuel Macron, insieme ad un folto numero di giornalisti sparsi nel mondo. Allo stesso tempo, anche WhatsApp ha denunciato NSO, perché avrebbe controllato quasi 1400 suoi utenti nel 2019.

Ma nella entity list statunitense sono entrati oltre a Nso e Candiru, anche l’azienda russa “Positive Technologies” e la “Computer Security Initiative Consultancy” di Singapore. Entrambe sono state state accusate di aver venuto “strumenti informatici per ottenere l’accesso non autorizzato ai sistemi di informazione, minacciando la sicurezza di individui e organizzazioni di tutto il mondo”. Infatti, questi spyware infettano gli obiettivi prescelti senza avvisare prima, fornendo agli organi dell’Intelligence e agli agenti di polizia “un accesso completo e incondizionato a tutte le informazioni contenute in uno smartphone”. Infine, il Washington Post ha riportato una notizia, secondo la quale “alcuni di questi programmi sono in grado di infettare un telefono con un singolo messaggio di testo, senza nemmeno la necessità che il bersaglio clicchi su un link”.

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