Meta, l’azienda dietro Facebook e Instagram, sta cercando di aggirare le regole sulla privacy dell’Unione Europea offrendo agli utenti una falsa scelta tra pagare un abbonamento mensile per utilizzare le piattaforme senza pubblicità o accettare di rinunciare ai propri diritti sulla privacy in cambio dell’accesso gratuito ai social network. Questa mossa ha attirato l’attenzione del gruppo per i diritti sulla privacy noyb, che ha presentato un reclamo in Austria.
Il reclamo di noyb contro Meta
noyb ha deciso di combattere contro il piano di Meta sin dal momento in cui è stato reso noto ai giornalisti il mese scorso. Il gruppo ha ora avviato una sfida presso l’autorità austriaca per la protezione dei dati. Secondo noyb, il costo dell’abbonamento proposto da Meta è sproporzionato rispetto al valore che l’azienda ricava dal tracciamento degli utenti. Meta ha dichiarato che il costo annuale minimo per gli utenti che vogliono tutelare la propria privacy è di quasi €120, ma noyb sostiene che questo importo sia molto superiore rispetto ai guadagni medi per utente che Meta ha dichiarato.
Il costo della privacy
Secondo noyb, se anche altre aziende adottassero la stessa strategia, il costo per gli utenti per proteggere la propria privacy aumenterebbe ulteriormente. L’organizzazione sostiene che i cittadini dell’UE potrebbero trovarsi a dover pagare diverse migliaia di euro all’anno per proteggere la propria privacy, se tutte le app seguissero l’esempio di Meta. Questo sarebbe un importo insostenibile per la maggior parte delle persone, rendendo di fatto la privacy online un lusso riservato solo ai ricchi.
La questione del consenso libero
Un altro punto sollevato da noyb riguarda il requisito del consenso libero previsto dal Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR) dell’UE. Secondo noyb, il costo elevato dell’abbonamento proposto da Meta rappresenta un ostacolo insormontabile per il libero consenso dei cittadini dell’UE alla protezione della propria privacy. L’organizzazione fa riferimento a studi che dimostrano come la stragrande maggioranza delle persone non voglia che i propri dati vengano utilizzati per la pubblicità personalizzata. Tuttavia, quando si trovano di fronte alla scelta di pagare un abbonamento o accettare il tracciamento, vengono costrette a dare il proprio consenso.
Le conseguenze per la privacy online
noyb mette in guardia sul fatto che se Meta dovesse avere successo nella difesa del suo nuovo approccio, potrebbe scatenare un effetto domino. Altre aziende potrebbero seguire l’esempio di Meta, rendendo la privacy online un lusso inaccessibile per la maggior parte delle persone. Secondo noyb, se tutte le app seguissero l’esempio di Meta e addebitassero una quota simile, le persone dovrebbero pagare oltre €8.000 all’anno per tutelare i propri diritti fondamentali. Questo prezzo sarebbe superiore al reddito medio a tempo pieno nell’UE e renderebbe la privacy un privilegio riservato a pochi.
La risposta di Meta
Meta ha difeso il proprio approccio sostenendo che l’opzione di acquistare un abbonamento per una versione senza pubblicità è in linea con le leggi dell’UE. L’azienda ha fatto riferimento a una sentenza della Corte di Giustizia dell’UE che ha riconosciuto la validità di un modello di abbonamento come forma di consenso per un servizio finanziato dalla pubblicità. Tuttavia, noyb contesta l’appropriazione di Meta nel richiedere una cifra molto superiore rispetto a quanto guadagna per ogni utente tracciato. Secondo noyb, Meta ha creato un sistema che sfrutta la privacy delle persone per trarre profitto.

