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Nel 26% dei casi gli incontri online hanno causato un furto di dati personali

Uno studio pubblicato in rete ha rilevato come il 26% degli utenti che negli Emirati Arabi ha fatto ricorso ad un’applicazione per appuntamenti ha subito un furto di dati personali. Il report, realizzato dall’azienda di sicurezza informatica Kaspersky, evidenzia che la raccolta e la diffusione inopportuna dei dati, fenomeno che tecnicamente prende il nome di “doxing”, sono state la maggiore preoccupazione per tutti quegli utenti che hanno usato la rete per cercare l’amore. A tal proposito, infatti, ed entrando nel vivo delle statistiche, il 60% dei partecipanti all’indagine ha affermato che, senza alcun preavviso e consenso, le persone con cui avevano interagito avevano condiviso e diffuso gli screenshot delle loro conversazioni. E, come conseguenza, questa parte degli intervistati ha ricevuto minacce, attraverso le informazioni rintracciate in rete su di loro o è stato stalkerizzato nella vita di ogni giorno.

Vladislav Tushkanov, uno degli scienziati più esperti e specializzato in dati all’interno dell’azienda Kaspersky, ha affermato: “Il doxing è un tipo di cyberbullismo, è quasi sempre fatto da qualcuno che non avrai mai incontrato nel mondo reale”, poiché ha continuato l’esperto, “spesso è stato fatto da qualcuno che voleva incontrarti, ma tu hai deciso di non farlo”. Per questo, ha concluso Tushkanov, “è probabile che lo facciano perché cercano vendetta”. Il doxing ha colpito maggiormente le donne e, in contemporanea, anche attori, giornalisti, volti di spicco della politica ed altri personaggi influenti della società. E la fobia scatenata dalle conversazioni online si è diffusa rapidamente, tanto che il 72% degli intervistati ha dichiarato di aver paura di subire forme di persecuzione da parte degli interlocutori con cui hanno avuto un contatto online.  A fronte di queste preoccupazione, invece, il 62% dei partecipanti all’intervista di Kaspersky ha ammesso che l’uso dell’online abbia agevolato gli appuntamenti, con un quarto degli stessi ad aver confessato di aver collegato i profili social proprio alle applicazioni per incontri virtuali.

Sono i giovani di età compresa tra il 18 e i 24 anni quelli più temerari, maggiormente spinti a diffondere informazioni personali su queste app per appuntamenti. E, allo stesso tempo, il 7% degli intervistati ha dichiarato di usare questi strumenti per far conoscere i propri profili sui social media. Invece, sono stati circa 19.000 gli utenti che hanno aderito all’indagine, portata avanti dall’azienda russa Kaspersky, includendo paesi come gli Emirati Arabi Uniti, la Francia, il Regno Unito, la Cina, gli Stati Uniti e la Russia. La partecipazione degli abitanti degli Emirati Arabi è stata tra le più numerose: ben 500 gli utenti che hanno aderito. E di questi, circa una persona su 3, ha rivelato di aver subito atti di cyberstalking, con il 32% che, invece, ha dichiarato di essere stato vittima di persecuzione sui social. Infatti, le generalità, i numeri di telefono, i recapiti domiciliari e professionali sono state le informazioni maggiormente carpite dai doxer. A tal proposito, ha chiarito lo scienziato senior di Kaspersky Tushkanov, “l’obiettivo dell’autore è causare disagio psicologico”, anche diffondendo voci, allo scopo di “interagire con gli amici e la famiglia di quella persona per causare il maggior numero possibile di problemi”. Senza dimenticare, ha precisato l’esperto, che “in alcuni casi diffonderanno persino le voci al datore di lavoro della persona”.

Il lockdown dovuto all’emergenza sanitaria ha accresciuto il numero di persone che ha usato l’online per conversazioni e contatti, causando un naturale aumento del fenomeno del doxing. Proprio per questo motivo, un altro esperto del comparto informatico ha spiegato che le persone avrebbero dovuto prestare maggiore attenzione alla diffusione di dati sensibili nel mondo dell’online, anche gli elementi apparentemente banali. Infatti, proprio Sam Curry, responsabile della sicurezza di Cybereason, ha affermato: “Le persone che pubblicano regolarmente sulle piattaforme dei social media la loro vita personale, il lavoro, la famiglia e i piani di viaggio possono offrire agli stalker un tesoro di dettagli personali e informazioni che possono essere utilizzate per molestare un individuo”, proprio perché gli “esperti” di doxer “vogliono molestare, perseguitare e provare a controllare le loro vittime”. Pertanto, il consiglio rimane sempre lo stesso: “Non interagire con estranei sugli account dei social media e non condividere mai informazioni personali come numeri di telefono, e-mail e indirizzo di casa sui tuoi account”.

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