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Quando il prossimo grande tempesta solare colpirà la Terra? La nuova scoperta sul campo magnetico del sole potrebbe migliorare le previsioni

Quando il prossimo grande tempesta solare colpirà la Terra? La nuova scoperta sul campo magnetico del sole potrebbe migliorare le previsioni

By auroraoddi

Il Sole, la nostra stella centrale, è una fonte inesauribile di energia e fenomeni affascinanti. Uno di questi fenomeni sono le tempeste solari, esplosioni di energia che possono avere un impatto significativo sulla Terra e sulla nostra tecnologia. Recenti scoperte sulla struttura del campo magnetico solare potrebbero aiutarci a prevedere meglio quando e quanto saranno intense queste tempeste.

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Il campo magnetico solare: più vicino di quanto pensassimo

Una nuova ricerca pubblicata sulla rivista Nature ha rivelato che il campo magnetico del Sole ha origine molto più vicino alla superficie di quanto precedentemente ipotizzato. Secondo lo studio, il campo magnetico solare si genera a soli 20.000 miglia al di sotto della superficie, molto più vicino rispetto alle precedenti stime che lo collocavano a oltre 130.000 miglia di profondità.

Questa scoperta è estremamente rilevante per comprendere meglio il funzionamento del Sole e i processi che portano alla formazione delle tempeste solari. Il campo magnetico solare, infatti, è strettamente legato all’attività delle macchie solari e all’emissione di brillamenti solari e espulsioni di massa coronale, fenomeni che possono avere gravi conseguenze sulla Terra.

L’importanza di comprendere il campo magnetico solare

Comprendere l’origine e la dinamica del campo magnetico solare è fondamentale per migliorare la nostra capacità di prevedere l’attività solare e, di conseguenza, le tempeste geomagnetiche che possono colpire la Terra. Queste tempeste, infatti, possono avere gravi impatti sulle nostre infrastrutture tecnologiche, come reti elettriche e sistemi di comunicazione, oltre a poter causare danni ai satelliti e perturbazioni alle rotte aeree.

Attualmente, la nostra conoscenza del Sole e dei suoi fenomeni non è ancora sufficiente per fare previsioni accurate sulle tempeste solari. Come afferma il ricercatore Geoffrey Vasil dell’Università di Edimburgo, “Non comprendiamo ancora abbastanza il Sole per fare previsioni accurate sulle condizioni meteorologiche spaziali“.

Il “dinamo solare”: un processo ancora misterioso

Il processo che genera il campo magnetico solare, noto come “dinamo solare”, rimane ancora in gran parte un mistero per gli scienziati. Questo fenomeno, che coinvolge l’interazione tra il campo magnetico e il flusso di plasma all’interno del Sole, è estremamente complesso e influenzato da numerosi fattori.

I nuovi modelli sviluppati dal team di ricerca guidato da Vasil hanno suggerito che il campo magnetico solare si origina a una profondità molto minore rispetto alle precedenti ipotesi. Questa scoperta potrebbe rappresentare un importante passo avanti nella comprensione del “dinamo solare” e, di conseguenza, nel miglioramento delle previsioni sulle tempeste solari.

L’attività solare e i cicli di 11 anni

L’attività solare è caratterizzata da un ciclo di 11 anni, durante il quale il campo magnetico del Sole e la frequenza di fenomeni come le macchie solari e i brillamenti variano in modo significativo. Attualmente, ci troviamo nel ciclo solare numero 25, iniziato nel 2020.

Il ciclo solare precedente, il numero 24, è stato il più debole registrato in un secolo. Nonostante le previsioni iniziali che indicavano un ciclo 25 simile al precedente, gli scienziati hanno già osservato un aumento costante dell’attività delle macchie solari sin dall’inizio di questo nuovo ciclo.

Tempeste solari recenti e il loro impatto

Negli ultimi mesi, il Sole ha dato prova della sua intensa attività, con diversi brillamenti solari e espulsioni di massa coronale che hanno generato forti tempeste geomagnetiche. Alcune di queste tempeste hanno prodotto spettacolari aurore boreali in zone inaspettate, mentre altre hanno avuto il potenziale per causare gravi danni alle infrastrutture tecnologiche terrestri.

Ad esempio, all’inizio di ottobre 2022, il Sole ha emesso il più grande brillamento solare degli ultimi 20 anni, anche se fortunatamente non ha avuto un impatto diretto sulla Terra. Pochi giorni prima, una tempesta geomagnetica di categoria G5, la più intensa nella scala, aveva raggiunto il nostro pianeta, mettendo in allerta i servizi di previsione meteorologica spaziale.

Prepararsi per tempeste future

Queste recenti attività solari dimostrano l’importanza di comprendere meglio il Sole e il suo campo magnetico per poter prevedere in modo più accurato l’arrivo di future tempeste solari. Come afferma il ricercatore Daniel Lecoanet dell’Università Northwestern, “Dobbiamo essere preparati quando la prossima tempesta, potenzialmente molto più pericolosa, colpirà la Terra“.

Una migliore comprensione del Sole e dei processi che regolano il suo campo magnetico potrebbe infatti consentire di anticipare l’arrivo di tempeste solari intense, permettendo di adottare le necessarie misure di protezione per le nostre infrastrutture tecnologiche. Ciò sarebbe fondamentale per scongiurare gravi danni e interruzioni dei servizi essenziali in caso di futuri eventi solari estremi.

Verso previsioni più accurate delle tempeste solari

I nuovi modelli e le scoperte sulla struttura del campo magnetico solare rappresentano un importante passo avanti nella direzione di previsioni più accurate delle tempeste solari. Sebbene ci sia ancora molto da imparare sul Sole e sulla sua attività, questi risultati aprono la strada a ulteriori studi e approfondimenti che potrebbero portare a una migliore comprensione di questo fenomeno.

In particolare, la constatazione che il campo magnetico solare abbia origine molto più vicino alla superficie di quanto precedentemente ritenuto potrebbe rivelarsi cruciale per affinare i modelli di previsione delle tempeste solari. Ciò permetterebbe di anticipare meglio l’arrivo di eventi potenzialmente dannosi, consentendo di adottare le opportune misure di protezione e di preparazione.

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