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Ti piace un’opera d’arte? Enea misura il gradimento grazie all’A.I.

La capacità di elaborazione ed interpretazione dei big data da parte dei sistemi di Intelligenza Artificiale (AI) apre ogni giorno ai ricercatori nuove strade per scoprire cosa succede nel mondo e, soprattutto, cosa c’è alla base di fenomeni in tutti i campi della scienza. Se una vota si ricorreva ai questionari e alle interviste per capire quanto le persone gradissero campagne di comunicazione, oggetti e prodotti. Oggi tutto questo è possibile con la tecnologia come hanno dimostrato i ricercatori dell’Enea (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) con il progetto ShareArt svolto in collaborazione con l’Istituzione Bologna Musei. E, come il solito, trattandosi di big data e Intelligenza artificiale l’approccio al problema è stato multidisciplinare coinvolgendo nel progetto altri dipartimenti e unità di Enea e in particolare il Dipartimento Tecnologie Energetiche e Fonti Rinnovabili, il Dipartimento Sostenibilità dei sistemi produttivi e territoriali e l’Unità Tecnica Antartide.

ShareArt, il concept

Lo scopo del progetto è di misurare, senza coinvolgere direttamente il visitatore, qual è il gradimento di una o più opera d’arte esposte nelle sale del museo. Una serie di dispositivi per l’acquisizione di dati, che oggi sono disponibili a costi molto bassi, e provvisti di una telecamera acquisiscono tutte le informazioni necessarie e le inviano a un server centrale che provvede a confrontarle, utilizzando appunto l’intelligenza artificiale, con i big data ai quali ha accesso. Valutando i volti che hanno osservato un’opera e il loro stato d’animo, i movimenti fatti per avvicinarsi, il numero degli osservatori, il tempo e la distanza di osservazione, il genere e l’età che una volta elaborati consentono di dare risposte alle molte domande che si pongono i curatori di mostre di opere d’arte. Non da sottovalutare, poi, il dato importante per la corretta gestione dell’emergenza Covid-19 con l’elaborazione dei dati relativi all’utilizzo della mascherina e al distanziamento sociale e attivando una segnalazione in tempo reale per ricordare il rispetto delle norme per la sicurezza.

Dal laboratorio alla realtà

Se il progetto ShareArt può essere considerato, per certi aspetti, un laboratorio per la ricerca dell’intelligenza artificiale e l’utilizzo dei big data per la raccolta e l’analisi di informazioni dei comportamenti delle persone, non dobbiamo dimenticare che la Regione Emilia-Romagna è impegnata nella realizzazione del nuovo Tecnopolo di Bologna, un centro strategico per l’innovazione e la sperimentazione che i propone di diventare un sistema dotato di una potenza di calcolo e esperienza in materia di supercalcolo, big data e intelligenza artificiale di rilevanza internazionale.

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