Site icon Syrus

Uber avvia il progetto di sviluppo dell’automobile che si guida da sola

Finalmente, dopo anni di tentativi da parte di Uber, il progetto di sviluppo dell’automobile che si guida da sola sembra stia prendendo piede.

Negli ultimi anni, ed ancor più in quelli a venire, l’evoluzione delle auto ci lascia sempre più sorpresi: auto sempre più green, la sostituzione dell’elettrico ai motori termici, l’incremento dei sistemi di sicurezza e dei sistemi ibridi e molto altro.

Non solo: si stanno sempre più facendo spazio i sistemi di guida assistita, che permettono all’automobile di camminare da sola in alcuni tratti di traffico o durante i parcheggi. 

In quest’ambito, Uber sta cercando di spingersi ancora oltre cercando di sviluppare un prototipo di automobile che si guidi completamente da sola.

Tante difficoltà per il progetto della guida autonoma

Si tratta di un investimento non poco impegnativo, che infatti ha visto molte aziende impegnate nell’ambito già tirarsi indietro date le troppe difficoltà riscontrate.

L’ambizioso progetto infatti deve fare i conti innanzitutto con lo sviluppo tecnologico dell’hardware necessario, compreso di sensori, radar, e telecamere necessarie per la guida. Inoltre, molto impegnativo è lo sviluppo del software  vero e proprio che permetterà all’auto di eseguire in maniera autonoma determinate azioni. Infine, la questione etica e normativa è un altro punto da non sottovalutare, poiché non sono ancora presenti delle guide legislative chiare e precise sulle responsabilità alla guida nel caso delle future macchine automatiche.

L’inizio del progetto di Uber

Le volvo a guida autonoma di Uber a Pittsburgh. Gene J.Puskar / Associated Press.

Uber non si è lasciata però scoraggiare da questi ostacoli e già intorno al 2015 aveva iniziato il suo lavoro sulle automobili automatiche, attraverso una collaborazione con il National Robotics Center della Carnegie Mellon University, gettando le basi di quello che era l’ATG (l’Uber Advanced Technologies Group). 

I primi test su strada sono iniziati nel 2016, anche grazie alla collaborazione con la start-up di autotrasporti autonomi Otto.

Da allora, sono però iniziati tutta una serie di procedimenti legali dovuti a sospetti furti di informazione e addirittura alla morte di una donna in Arizona nel marzo 2018. A partire da questi eventi e peggiorando nel periodo della pandemia, gli investimenti nell’ambito sembravano non avere un futuro.

Per fortuna, però, nei progetti di Uber c’è una speranza di ripresa grazie alla collaborazione con una nuova start-up della Silicon Valley, Aurora

La collaborazione di Uber e Aurora

Nella start-up di Aurora, Uber investirà $400 milioni per delegarla della maggior parte dei rompicapi finanziari e legali che stavano ormai facendo fallire la sola società di Uber. Il progetto di sviluppo dell’automobile che si guida da sola risiede quindi ormai più in questa società che nella sua committente iniziale, poiché essa si sta occupando della stessa tecnologia da sviluppare per poi farla portare sul mercato da Uber.

Più nel dettaglio, l’amministratore delegato di Aurora, Chris Urmson, ha affermato che il primo prodotto da loro progettato non sarà un taxi automatico, conforme alla primaria attività di taxi di Uber, bensì è più probabile che si tratterà di un camion automatico. Questa scelta può essere spiegata principalmente per due ragioni: la prima consiste nella prevedibilità di guida, in quanto la guida di un camion a lungo raggio sulle autostrade è più prevedibile della guida di un qualsiasi altro veicolo in altre circostanze; la seconda invece riguarda la riduzione di rischio, in quanto si presuppone non ci siano passeggeri in un camion a lunga tratta, il che non coinvolge troppe persone nei primi esperimenti iniziali quindi.

In una delle ultime dichiarazioni, l’amministratore delegato di Uber, Dara Khosrowshahi, ha dichiarato di non vedere l’ora di portare sul mercato la tecnologia che Aurora sta sviluppando. Di una cosa siamo certi: non vediamo l’ora nemmeno noi.

Syrus

Exit mobile version