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Un libro degli anni ’90 aveva previsto il Metaverso di Facebook

Si intitola “Snow Crash” ed è un romanzo fantascientifico di Neal Stephenson, pubblicato nel 1992. Quasi 30 anni dopo Mark Zuckerberg annuncia la trasformazione della denominazione della sua società in Meta, simbolo della spinta al cambiamento verso un nuovo mondo basato sulla realtà virtuale: il Metaverso.

Proprio “Metaverso” è il nome della realtà virtuale che riempie il libro degli anni ’90. Potremmo dire che l’autore ha coniato il termine Metaverso utilizzato, nella sua accezione più propria dal gigante di internet per descrivere un mondo parallelo in cui in futuro si svolgerà parte della vita degli individui.

Snow Crash

Snow Crash, il titolo del libro, indica uno stato di errore in cui cadevano i primi computer mostrando sullo schermo un’immagine di parti di memoria che davano l’impressione di uno schermo rotto. Quindi, già dal titolo, possiamo intuire che la realtà virtuale descritta da Stephenson non sia esattamente idilliaca.

La storia è ambientata in America alla fine del ventesimo secolo. La società è permeata su un’economia capitalista e anche lo Stato ha dovuto lasciare il posto alle grandi corporazioni. Il territorio è diviso in piccoli franchising guidati dalla propria catena come la “Nuova Sicilia” comandata dalla “Mafia”. La maggior parte dei lavoratori fa il porta pizze per “CosaNostra Pizza” e corre per rispettare i tempi serrati. La pubblica sicurezza è mantenuta dai cyborg. accanto a questo mondo ne gravita un altro: il Metaverso, una realtà virtuale con avatar in 3D in cui le persone passano il loro tempo libero e si incontrano. La trama ruota attorno al virus, lo Snow Crash appunto, che circola nel metaverso e mette in pericolo la salute dei suoi utenti. Il virus attacca il cervello tramite il linguaggio e il protagonista, Hiro, combatte per sventarne la diffusione.

Alcune somiglianze tra il mondo descritto in Snow Crash e quello reale ci sono per esempio gli occhiali con cui i personaggi entrano nel Metaverso assomigliano ai caschi per la realtà virtuale o il fatto che i grandi investitori, come Epic Game, Roblox e Microsoft, stianno già creando dei loro mondi paralleli con avatar in 3D.

Il rapporto tra il Metaverso di Stephenson e quello di Zuckerberg

Alla fine  Stephenson descrive una vera e propria distopia ma quella del letterato non è l’unica occupazione del nostro autore che collabora a tempo parziale con la Blue Origin, azienda sviluppatrice di un sistema di lancio suborbitale per missioni con un carico umano. Stephenson dichiara di non aver avuto rapporti con Mark Zuckerberg e aggiunge che il Metaverso descritto nel suo romanzo non è un posto in cui sarebbe bello vivere.

Il capo di Facebook ha parlato al The Verge dell’influenza che “Snow Crash” ha avuto sulla sua idea di Metaverso sottolineando come la sua visione del futuro sia più positiva rispetto a quella mostrata nel libro degli anni ’90.

 

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