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Cosa è cambiato e cosa cambierà nella cyber sicurezza con l’avvento dell’AI

Cosa è cambiato e cosa cambierà nella cyber sicurezza con l’avvento dell’A...

By Dan

Chi avrebbe mai pensato che, mentre la nostra vita si infilava sempre più tra le pieghe digitali di social, cloud e transazioni online, ci saremmo trovati a dibattere se l’intelligenza artificiale fosse più amica o più nemica della nostra sicurezza informatica? Perché, diciamocelo, la cyber sicurezza era già complicata quando il massimo della nostra preoccupazione era fare il BetLabel login per scommettere online senza sorprese spiacevoli. Figurarsi ora che una tecnologia avanzata come l’AI può essere usata indifferentemente per difendere o attaccare le nostre preziose informazioni. 

Quel che era ieri, tra antivirus e firewall 

Una volta, e nemmeno troppo tempo fa, proteggersi significava installare un antivirus, magari uno gratuito trovato sul web – incrociando le dita e sperando in bene – e fidarsi di qualche rassicurante notifica pop-up. Poi sono arrivati i firewall, gli aggiornamenti compulsivi dei sistemi operativi e quei fastidiosi captcha che sembrano più un test oculistico che una misura di sicurezza. Erano tempi semplici, quasi romantici, in cui il massimo dell’allarme poteva arrivarti via email, in un italiano improbabile, da qualche improbabile principe nigeriano pronto a regalarti milioni di dollari. Poi, inesorabile, è arrivata la complessità. Con l’esplosione di dispositivi connessi, dal frigorifero che ordina la spesa all’orologio che controlla il battito cardiaco, la superficie vulnerabile è diventata praticamente infinita. Non più solo dati personali, ma intere reti aziendali, segreti industriali e infrastrutture critiche. Il vecchio metodo del “cerotto digitale” – tappare falle dopo che qualcuno ci ha infilato il naso – non poteva più funzionare. 

AI e machine learning

 E allora ecco che entra in scena l’intelligenza artificiale, con quel suo fascino un po’ ambiguo da salvatore tecnologico ma anche potenziale villain da film hollywoodiano. Oggi, grazie al machine learning, un sistema può analizzare milioni di dati al minuto, riconoscendo schemi e comportamenti anomali molto prima che un occhio umano possa dire “ma cosa diamine sta succedendo?”. Insomma, la difesa diventa predittiva, proattiva, quasi visionaria. Ma c’è un però – e un però grosso così: questa stessa capacità visionaria può essere sfruttata da chi attacca. Hacker dotati di AI possono ora orchestrare cyber attacchi sofisticatissimi, mascherati sotto identità digitali quasi indistinguibili da quelle reali. Bot che imitano perfettamente esseri umani, phishing personalizzato fino al dettaglio più inquietante: tutto si evolve, anche (e soprattutto) la minaccia. 

Il futuro, fra promesse e pericoli 

Cosa ci riserverà domani? Difficile dirlo con certezza, ma una cosa è sicura: sarà una corsa agli armamenti digitali tra difensori e attaccanti. Gli strumenti basati sull’intelligenza artificiale miglioreranno continuamente, creando scenari quasi fantascientifici. Immaginiamo reti neurali capaci di auto-apprendere in tempo reale, sistemi che si adattano autonomamente alle minacce emergenti e persino AI capaci di ingaggiare direttamente altre AI in battaglie virtuali degne dei migliori blockbuster cyberpunk. Tuttavia, più diventa sofisticata la tecnologia, più diventa cruciale il fattore umano. Paradossalmente, proprio nell’era dominata dalle macchine, la sensibilità umana e la capacità di giudizio personale saranno sempre più fondamentali. La sicurezza non sarà più solo una questione tecnica, ma anche di educazione digitale diffusa e consapevolezza collettiva. 

Tra responsabilità e consapevolezza 

Non si tratta, in fondo, solo di tecnologia. Si tratta di responsabilità. L’intelligenza artificiale non è una bacchetta magica, e tantomeno una sentenza di condanna definitiva per la sicurezza online. Come sempre, l’uso che se ne fa è ciò che fa la differenza. Sta a noi – utenti, esperti, aziende e governi – costruire un ecosistema digitale sicuro, intelligente e soprattutto consapevole. Quindi sì, qualcosa è cambiato e cambierà ancora, forse persino più rapidamente di quanto possiamo immaginare. La sfida sarà restare al passo, adattandosi continuamente e con flessibilità. Dopo tutto, se è vero che in rete niente è davvero sicuro al 100%, è altrettanto vero che non è mai stato così emozionante e stimolante affrontare la sfida della cyber sicurezza in un’era così affascinante e complessa come quella dell’intelligenza artificiale.

 

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