Cos’è il self publishing: serve la partita IVA per pubblicare un libro su internet?

14/02/2022
“Self publishing” è un’espressione che significa, letteralmente, “auto-pubblicazione” e fa riferimento principalmente all’auto-pubblicazione di romanzi, racconti, raccolte di poesie ed altre opere letterarie, ma senza il ricorso ad una casa editrice. Pertanto, portare avanti un’attività di self-publishing significa autopubblicare le proprie opere, ma in modo autonomo, ricorrendo ad un sito web o ad una piattaforma digitale. Infatti, il self-publishing è possibile grazie alla disponibilità di portali web e piattaforma dedicate, grazie alle quali gli autori possono pubblicare le opere realizzate e procedere con la loro commercializzazione. Esempi eccellenti nel settore, che consentono il self publishing, sono realtà del calibro di Youcanprint o KDP di Amazon.
La vendita di opere diffuse attraverso il self publishing si può realizzare in diversi modi: attraverso Internet, ricorrendo ai punti vendita online oppure mediante le librerie ed i negozi classici. I diversi punti vendita, digitali e tradizionali, si preoccupano di far arrivare gli ordini alla piattaforma di self-publishing che, di conseguenza, attiverà il processo di stampa. Al termine della stampa, i libri verranno consegnati e spediti direttamente al lettore. Quest’ultimo, poi, potrà decidere se stampare e acquistare alcune copie dell’opera oppure tentare di diffonderle, in modo autonomo, attraverso piattaforme social, blog, eventi culturali…
Gli autori che fanno attività di auto pubblicazione avranno guadagni in base al numero di copie vendute, materialmente all’interno delle librerie, digitalmente, se ordinate presso gli store online. La piattaforma stessa stila un rapporto delle vendite, inviandolo, ogni mese o ogni tre mesi, all’autore, indicando soprattutto a quanto ammontano le “royalties” maturate e la quantità della ritenuta applicata. Ma, producendo un guadagno con la vendita dei libri, l’utente avrà bisogno di aprire una Partita IVA? Almeno per gli inizi, il self – publishing non richiede l’apertura di una Partita IVA. Infatti, dal punto di vista fiscale, le risorse economiche che derivano dalla vendita di opere realizzate attraverso un’attività di self publishing non vengono acquisiscono lo status di “vendite”, ma classificate come “royalties”. Esse, in particolare, vengono calcolate sulla base delle copie vendute e stampate. I libri, dunque, vengono definiti “opere artistiche e di ingegno” e, di conseguenza, non acquisiscono né lo status di lavoro autonomo, né quello di attività d’impresa.
Ovviamente, le risorse economiche acquisite dall’attività di self publishing sono sottoposti a tassazione, le royalties appunto. Ma, in questo caso, c’è una precisazione da fare. I libri venduti con il self publishing sono subordinati alla tassazione ordinaria IRPEF, ma l’imponibile passa al 60% o al 75% del totale, in base all’età dell’autore, con distinzione tra gli under 35 e gli over 35. Tuttavia, nel momento in cui le entrate derivanti dall’attività di self publishing diventano più consistenti, l’autore potrebbe desiderare di organizzare il suo business, avviando una vera e propria attività imprenditoriale. In questo caso, dunque, sarà necessario aprire una Partita IVA da “ditta individuale”, procedendo con l’iscrizione presso il Registro delle Imprese tramite il modello ComUnica.