La Corte Suprema degli Stati Uniti respinge l’appello di Elon Musk nel caso del tweet “finanziamento garantito”
02/05/2024
La Corte Suprema degli Stati Uniti ha recentemente respinto l’appello presentato da Elon Musk riguardo a un accordo del 2018 con la SEC (Securities and Exchange Commission) riguardante il suo famoso tweet “finanziamento garantito”. Questa decisione rappresenta un duro colpo per il fondatore di Tesla, che aveva cercato di annullare l’accordo e le relative conseguenze.
Il tweet che ha scatenato la controversia
Tutto è iniziato nel 2018, quando Musk ha pubblicato un tweet su Twitter in cui affermava: “Sto considerando l’idea di rendere privata Tesla a $420. Finanziamento garantito.” Questo tweet ha avuto un impatto significativo sul mercato azionario di Tesla, facendo aumentare il prezzo delle azioni di oltre il 6%.
Tuttavia, c’era un problema: il finanziamento non era garantito. La SEC ha preso molto sul serio questa dichiarazione falsa e ha affermato che Musk non aveva nemmeno discusso, né tanto meno confermato i termini dell’accordo con una fonte di finanziamento potenziale. L’agenzia governativa ha affermato che il tweet ha causato “confusione significativa e interruzione del mercato delle azioni di Tesla“.
L’accordo con la SEC
Come risultato di questa controversia, Musk ha dovuto affrontare un accordo con la SEC nel 2018. L’accordo prevedeva che Musk e Tesla pagassero ciascuno una multa di $20 milioni. Inoltre, Musk è stato costretto a dimettersi dalla carica di presidente del consiglio di amministrazione di Tesla e a far pre-scremare i suoi tweet da un avvocato di Tesla prima di pubblicarli.
L’appello respinto dalla Corte Suprema
Nonostante la decisione di Musk di presentare un appello contro l’accordo con la SEC, la Corte Suprema degli Stati Uniti ha deciso di non prendere in considerazione il suo caso. La Corte non ha fornito alcun commento sulla decisione di respingere l’appello, lasciando intatto il verdetto della Corte d’appello del secondo circuito dello scorso anno che ha respinto le argomentazioni di Musk.
Musk aveva sostenuto che l’accordo lo costringeva a “rinunciare ai suoi diritti del Primo Emendamento di parlare su questioni che vanno ben oltre le violazioni contestate“. Ha anche sostenuto di essere stato vittima di “pressione economica” al momento di accettare l’accordo e lo ha descritto come una tattica per “imbavagliarlo e perseguitarlo” lui e la sua azienda.
La Corte d’appello del secondo circuito ha respinto gli argomenti di Musk, affermando che “le parti che stipulano decreti consensuali possono volontariamente rinunciare ai loro diritti del Primo Emendamento e ad altri diritti“. La Corte d’appello non ha trovato “alcuna prova a sostegno dell’affermazione di Musk secondo cui la SEC ha utilizzato il decreto consensuale per condurre indagini di mala fede e vessatorie sul suo diritto di libertà di parola protetto“.
Conclusioni
La decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti di respingere l’appello di Elon Musk rappresenta un momento significativo in questa controversia legale. Musk dovrà ora accettare le conseguenze dell’accordo con la SEC e continuare a sottostare alle restrizioni imposte sui suoi tweet relativi agli investitori.
Questa vicenda mette in evidenza l’importanza per i leader aziendali di essere accurati e responsabili nelle loro comunicazioni pubbliche, specialmente quando si tratta di questioni finanziarie. I tweet di Elon Musk hanno dimostrato il potere e l’impatto che le dichiarazioni dei leader aziendali possono avere sui mercati finanziari e sulla fiducia degli investitori.
Sarà interessante vedere come questa vicenda influenzerà il modo in cui Musk comunica pubblicamente in futuro e se avrà un impatto sulle sue attività aziendali. Tuttavia, è chiaro che la Corte Suprema degli Stati Uniti ha deciso di mantenere intatto l’accordo con la SEC e di sottolineare l’importanza della responsabilità dei leader aziendali nella loro comunicazione pubblica.
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