TECNOLOGIA, INTERNET TRENDS, GAMING, BIG DATA

La Corte Suprema valuta il futuro della moderazione dei contenuti online

La Corte Suprema valuta il futuro della moderazione dei contenuti online

By auroraoddi

La Corte Suprema sta attualmente valutando il destino di due leggi statali che limitano la moderazione dei contenuti da parte delle aziende di social media sulle loro piattaforme. Durante gli argomenti orali di lunedì, i giudici hanno affrontato un insieme complesso di questioni che potrebbero ridefinire Internet, dai social network come Facebook e TikTok alle app come Yelp ed Etsy.

Queste due leggi, promulgate da governatori repubblicani, sono state progettate per punire le aziende di social media per la presunta tendenza anti-conservatrice nella moderazione dei contenuti. Tuttavia, queste accuse non sono state confermate dalla ricerca, anche se gli utenti conservatori dei social media sono esposti in misura maggiore a informazioni politiche errate, il che potrebbe spiegare la percezione di un divario ideologico nelle decisioni di moderazione dei contenuti delle aziende tecnologiche.

Le due leggi statali in questione

Le due leggi che sono attualmente oggetto di attenzione da parte della Corte Suprema sono il Senate Bill 7072 della Florida e l’House Bill 20 del Texas. La legge della Florida vieta alle aziende di social media di bandire i candidati politici o di imporre restrizioni sui loro contenuti. Nel Texas, il House Bill 20 dice alle aziende di social media che non possono più rimuovere o demonetizzare i contenuti in base al “punto di vista rappresentato nell’espressione dell’utente”.

In Florida, un tribunale di appello federale si è pronunciato principalmente a favore delle aziende tecnologiche, mentre in Texas il tribunale di appello ha appoggiato lo stato. Queste leggi sono ora implicate in un complesso intreccio di precedenti legali obsoleti, che si basano principalmente su decisioni prese molto prima che parole come “tweet” e “livestream” facessero parte del linguaggio comune. Sia le aziende tecnologiche che i loro critici sono desiderosi di ottenere chiarezza, poiché la maggior parte delle leggi che regolamentano Internet sono obsolete, ma come dimostrato dalla Corte Suprema lo scorso anno, potrebbero non ottenere ciò che vogliono.

Il dibattito in Corte Suprema

Durante gli argomenti orali in Corte Suprema, i giudici hanno mostrato scetticismo nei confronti delle due leggi statali. La giudice Sonia Sotomayor ha definito i casi “strani” e ha avvertito che la loro portata potrebbe avere conseguenze impreviste. Ha sottolineato che la legge della Florida sembra coprire praticamente tutte le piattaforme di social media su Internet, compresi smartphone e altri dispositivi non tradizionali, come Etsy. Il giudice Brett Kavanaugh ha sollevato la questione del Primo Emendamento, sottolineando che è progettato per prevenire la “soppressione della parola” da parte del governo.

Anche il giudice Neil Gorsuch, sebbene sembrasse più incline alle argomentazioni critiche nei confronti dei social network, ha fatto riferimento alla Sezione 230, una legge di lunga data che protegge le decisioni delle aziende di Internet in materia di moderazione dei contenuti, sottolineando che probabilmente “prevalgono” i limiti imposti dallo stato sulla moderazione dei social media.

Non tutti i giudici sembravano schierarsi con l’industria tecnologica. I giudici Clarence Thomas e Samuel Alito sembravano trovare gli argomenti degli stati più convincenti rispetto ai loro colleghi, con Alito che ha chiesto se l’idea della moderazione dei contenuti fosse “altro che un eufemismo per la censura”. L’udienza di lunedì ha fornito una certa chiarezza sulla posizione della maggioranza dei giudici, ma tutto può ancora accadere, compreso il nulla. Alcuni giudici, tra cui Sotomayor, Gorsuch, Barrett e Thomas, hanno espresso incertezza sul modo in cui i casi sono stati presentati inizialmente.

La decisione della Corte Suprema

La Corte Suprema potrebbe emettere una decisione definitiva in qualsiasi momento da ora fino alla fine del termine della Corte a giugno. Oppure potrebbe decidere di non pronunciarsi sulle questioni in questione e optare per un rinvio dei casi ai tribunali inferiori per un processo completo, un processo che potrebbe richiedere anni. In ogni caso, il massimo organo giudiziario del paese dovrà affrontare l’era di Internet in modo diretto prima o poi. Molti dei precedenti legali rilevanti riguardano la televisione via cavo, i giornali o le aziende di servizi pubblici, non le imprese di Internet con milioni o addirittura miliardi di utenti. È chiaro che la Corte Suprema deve aggiornare la sua giurisprudenza sul Primo Emendamento per tener conto di questo vasto cambiamento tecnologico. Spesso la Corte Suprema è in ritardo rispetto alla società nel trattare queste questioni e ora è arrivato il momento di affrontarle.

Scopri di più da Syrus

Abbonati ora per continuare a leggere e avere accesso all'archivio completo.

Continua a leggere