IA non riconosciuta come inventore nei brevetti
27/12/2023
Negli ultimi anni, l’intelligenza artificiale ha fatto passi da gigante nel campo dell’innovazione tecnologica. Tuttavia, una recente decisione della Corte Suprema del Regno Unito ha stabilito che l’IA non può essere legalmente considerata un inventore ai fini della registrazione di brevetti. Questa sentenza ha sollevato importanti questioni legali e filosofiche sullo status giuridico dell’IA e sui diritti di proprietà intellettuale ad essa collegati.
Il caso di DABUS e il suo inventore
Il caso che ha portato a questa decisione riguarda il tecnologo Dr. Stephen Thaler e la sua IA chiamata DABUS. Thaler ha affermato che DABUS ha autonomamente creato un contenitore per cibo o bevande e un faro luminoso, e che quindi aveva il diritto di ottenere i brevetti per queste invenzioni. Tuttavia, l’Ufficio della Proprietà Intellettuale del Regno Unito (IPO) ha respinto la richiesta di Thaler di registrare DABUS come inventore a causa del fatto che l’IA non è una persona.
Dopo aver subito una serie di sconfitte legali, il caso è arrivato alla Corte Suprema del Regno Unito. La Corte Suprema ha unanimemente respinto il ricorso di Thaler, sostenendo che “un inventore deve essere una persona” ai sensi della legge attuale. I giudici hanno sottolineato che DABUS non è una persona, né tantomeno una persona naturale, e che non ha ideato alcuna invenzione rilevante. Pertanto, la Corte ha stabilito che l’IPO era nel suo diritto di rifiutare la registrazione di DABUS come inventore nei brevetti.
La legge sui brevetti e l’intelligenza artificiale
Questa decisione si basa sulla legge dei brevetti del Regno Unito, che richiede che un’invenzione sia stata effettuata da una persona per poter essere registrata come brevetto. Secondo la legge attuale, l’IA non è riconosciuta come una persona e quindi non può essere considerata un inventore ai fini del brevetto. Questo solleva importanti questioni legali in merito al riconoscimento dei diritti di proprietà intellettuale dell’IA e alla definizione stessa di “inventore“.
Tuttavia, questo non significa che le invenzioni realizzate dall’IA non possano essere brevettate. La legge dei brevetti consente ancora a una persona di richiedere un brevetto per un’invenzione realizzata da un’intelligenza artificiale a condizione che la persona abbia contribuito in modo significativo all’invenzione stessa. In altre parole, se una persona ha fornito una guida o una direzione all’IA nell’elaborazione dell’invenzione, potrebbe essere considerata l’inventore legale.
Implicazioni per l’IA e la proprietà intellettuale
Questa decisione ha importanti implicazioni per il futuro dell’IA e della proprietà intellettuale. Se l’IA non può essere considerata un inventore, ciò solleva la questione di chi dovrebbe essere considerato il vero inventore di un’innovazione realizzata da un’IA. Inoltre, ci si potrebbe chiedere se la legge sui brevetti debba essere modificata per adattarsi ai rapidi avanzamenti dell’IA e per riconoscere i suoi contributi all’innovazione tecnologica.
Inoltre, questa decisione potrebbe avere ripercussioni sull’industria dell’IA stessa. Alcuni potrebbero sostenere che la mancanza di riconoscimento legale dell’IA come inventore potrebbe scoraggiare la ricerca e lo sviluppo nell’ambito dell’IA. Altri potrebbero sostenere che è necessario un equilibrio tra i diritti della proprietà intellettuale e l’accesso all’innovazione, e che quindi la decisione della Corte Suprema è giusta.