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Si vede se sei online sulla chat di Signal?

Da quando WhatsApp ha aggiornato i propri termini d’uso e l’informativa sulla privacy 2021, decine di milioni di utenti hanno deciso di migrare verso Signal Private Messenger, l’applicazione di messaggistica istantanea che garantisce gli standard più elevati in termini di privacy e sicurezza. A tal proposito, infatti, grazie alla crittografia end-to-end che permette di proteggere lo scambio di messaggi di testo, immagini, audio, video e conversazioni telefoniche tra gli utenti, questa piattaforma si è posta negli ultimi mesi come la miglior alternativa a WhatsApp e Telegram. Attualmente, risulta essere l’unico sistema di messaggistica che assicura la combinazione del protocollo Extended Triple Diffie-Hellman (X3DH) con l’algoritmo Double Ratchet (le pre-chiavi) e utilizza Curve25519, AES-256 e HMAC-SHA256 come primitive crittografiche.

Signal è nata a partire dal 2013 sulla base del protocollo Open Whisper Systems, ed è stata sviluppata per poter essere totalmente integrata con WhatsApp. Tuttavia, il cofondatore di quest’ultima, Brian Acton, dopo aver lasciato l’azienda nel 2017 a causa di visioni differenti rispetto alla leadership di Facebook, nel 2018 sceglie di dedicarsi alla causa dell’app concorrente investendo 50 milioni di dollari a favore della Signal Foundation.

La grossa differenza tra queste due piattaforme risiede proprio nel loro modo di utilizzare i dati relativi agli utenti e alla loro privacy. Signal, infatti, non conserva i metadati delle conversazioni e non può decrittare o accedere in alcun modo al contenuto di chiamate o messaggi. Gli unici dati che il servizio dichiara di conservare nei suoi server, sono quelli che indicano il momento in cui un utente decide di creare l’account e il suo ultimo accesso alla piattaforma. Tutto il resto (chat, posizione, file inviati, cronologia dei messaggi, informazioni su data e ora di invio e ricezione delle conversazioni, delle chiamate o dell’ultimo accesso all’app), non viene ospitato all’interno dei suoi server. In aggiunta, durante le conversazioni all’interno della piattaforma, non è possibile visualizzare lo stato online degli utenti. Al contrario di WhatsApp, quindi, Signal non monetizza sui dati degli utenti essendo gestita da un’organizzazione no-profit senza scopi di lucro.

Il servizio è disponibile per dispositivi mobili (Android e IOS), tablet e desktop (Windows, MacOS e distribuzioni Linux) è gratuito e open source, ciò significa che il suo codice sorgente è accessibile pubblicamente e modificabile da qualunque esperto di programmazione. L’applicazione è essenziale ed intuitiva: permette di avviare chat individuali e di gruppo, scambiare contenuti multimediali come fotografie, GIF, audio, video o sticker, realizzare chiamate, videochiamate e reagire ai messaggi ricevuti attraverso l’uso delle emoticon (un po’ come per i post di Facebook). Agendo sulle impostazioni generali dell’applicazione, è possibile disabilitare le notifiche di lettura (o spunte blu su WhatsApp) e l’indicatore che rende visibile a un contatto quando si sta scrivendo. Inoltre, ammette una serie di funzionalità che permettono di aumentare il livello di sicurezza, come ad esempio quella che consente di impostare un timer (che va dai 5 secondi ad una settimana) per l’eliminazione automatica dei messaggi.

Se sei rimasto incuriosito dalle potenzialità offerte dalla piattaforma e vorresti sapere come poter fare per scaricarla, ti rimandiamo al nostro articolo dove viene spiegata nel dettaglio l’intera procedura.

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