Meta affronta battaglia legale per violazione del GDPR in Spagna
06/12/2023
Meta, l’azienda madre di Facebook e Instagram, si trova al centro di un’azione legale in Spagna da parte di una coalizione di media locali (ben 83!). La coalizione sta cercando un risarcimento di 600 milioni di dollari, sostenendo che l’azienda di Mark Zuckerberg abbia violato ripetutamente le norme europee sulla protezione dei dati al fine di dominare il mercato pubblicitario locale. I media accusano Meta di raccogliere dati degli utenti senza il loro consenso, violando così il Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR) dell’Unione Europea, entrato in vigore nel 2018.
Violazioni del GDPR
Secondo la coalizione di media spagnoli, Meta ha continuato a raccogliere dati degli utenti senza il loro consenso, in violazione del GDPR. Il GDPR richiede che tutte le piattaforme che utilizzano dati personali ottengano un consenso esplicito dagli utenti per farlo. Tuttavia, secondo la coalizione, Meta non ha rispettato questa norma sia nei paesi dell’Unione Europea che altrove, operando quindi in violazione delle leggi e massimizzando la propria dominanza di mercato.
L’approccio di Meta alla conformità al GDPR
Per adeguarsi al GDPR, Meta ha lavorato su diverse interpretazioni della legislazione, in particolare per quanto riguarda il modo in cui gli utenti possono segnalare il consenso. A gennaio, Meta ha delineato come stava lavorando per conformarsi ai requisiti del GDPR riformulando i requisiti delle sue app.
Secondo Meta: “Facebook e Instagram sono intrinsecamente personalizzati, e riteniamo che fornire a ciascun utente la propria esperienza unica – comprese le inserzioni pubblicitarie che vedono – sia una parte necessaria e essenziale di tale servizio. Fino ad oggi, ci siamo basati su una base legale chiamata ‘Necessità contrattuale’ per mostrare alle persone annunci comportamentali basati sulle loro attività sulle nostre piattaforme, nel rispetto delle loro impostazioni di sicurezza e privacy. Sarebbe molto insolito per un servizio di social media non essere personalizzato per l’utente individuale“.
Questo approccio specifico sembra essere il fulcro di questa nuova azione legale, con Meta che ha recentemente ammesso di dover aggiornare la base legale che utilizza per elaborare “alcuni dati per la pubblicità comportamentale“. “Questo cambiamento è finalizzato a soddisfare una serie di requisiti regolatori in evoluzione ed emergenti nella regione, in particolare il modo in cui il nostro principale organo di protezione dei dati nell’UE, la Commissione irlandese per la protezione dei dati (DPC), interpreta ora il GDPR alla luce delle recenti sentenze giuridiche, nonché in previsione dell’entrata in vigore del Digital Markets Act (DMA)“.
Implicazioni delle nuove normative
Sembra che questa interpretazione abbia spinto la coalizione di media spagnoli a intraprendere questa azione legale, che potrebbe essere applicata in tutte le altre regioni in cui opera Meta. Fino ad ora, Meta non ha commentato la nuova denuncia. Le normative europee sulla protezione dei dati in continua evoluzione hanno causato grandi problemi a tutti gli operatori di siti web, che devono adeguarsi ai nuovi requisiti per rispettare le regole sul consenso degli utenti e sulle autorizzazioni dei dati. In questo contesto, diverse grandi aziende hanno cercato di trovare scappatoie nel sistema che consentano loro di continuare a offrire i loro servizi come hanno sempre fatto, senza influire sui loro processi.
L’opzione di abbonamento senza pubblicità di Meta
L’ultima mossa di Meta su questo fronte è il suo nuovo pacchetto di abbonamento senza pubblicità per gli utenti dell’Unione Europea, che essenzialmente consente a Meta di mantenere il suo modello di business principale basato sulla pubblicità, offrendo agli utenti anche la possibilità di evitare gli annunci pubblicitari se pagano. Meta non intende effettivamente far pagare agli utenti una versione senza pubblicità, ma il solo fatto di offrire questa opzione è sufficiente, almeno secondo alcune interpretazioni legali, per soddisfare questi nuovi requisiti.
Tuttavia, anche questa soluzione è stata contestata, con un gruppo per la privacy che ha presentato un reclamo all’Autorità austriaca per la protezione dei dati sostenendo che questo approccio, che in sostanza costringe gli utenti a pagare per mantenere la privacy dei dati, viola anche le regole del GDPR.
Ci sono molte complessità legali qui, molto più di quanto chiunque che non stia studiando ogni elemento possa comprendere appieno, ma sembra che le implicazioni complete di ogni aspetto delle leggi europee sulla privacy non siano ancora del tutto chiarite o spiegate a tutte le parti interessate. Questa nuova azione legale porterà a ulteriori chiarimenti, ma le sfide continueranno a presentarsi, mantenendo l’equipe legale di Meta impegnata in tribunale per molto tempo.