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Meta sotto inchiesta UE per la disinformazione russa su Facebook

Meta sotto inchiesta UE per la disinformazione russa su Facebook

By auroraoddi

Negli ultimi anni, l’Unione Europea (UE) ha preso posizione contro la diffusione di disinformazione e propaganda su piattaforme di social media come Facebook. Dopo aver avviato indagini su altre società, come X e TikTok, l’UE ha ora annunciato una nuova inchiesta su Meta, l’azienda madre di Facebook, riguardo alla diffusione di disinformazione di origine russa sulle sue app.

Secondo la Commissione UE, Meta potrebbe non essere conforme agli obblighi del Digital Services Act (DSA) relativi alla diffusione di annunci ingannevoli, campagne di disinformazione e comportamenti coordinati non autentici nell’UE. La proliferazione di tali contenuti potrebbe rappresentare un rischio per il dibattito civile, i processi elettorali, i diritti fondamentali e la protezione dei consumatori.

L’inchiesta si concentra su una campagna chiamata Doppelganger, che è un’operazione filo-Kremlin. Questa campagna cerca di replicare l’aspetto di fonti di notizie tradizionali, ma produce contenuti favorevoli alle politiche del presidente russo Vladimir Putin. Questo approccio è simile a quello delle campagne di influenza sostenute dalla Cina, che spesso pubblicano notizie aggregatrici in modo benigno, utilizzando testo generato dall’intelligenza artificiale, per poi inserire propaganda filogovernativa.

L’UE è preoccupata che, in un anno in cui si svolgono molte elezioni importanti nella regione, il rischio di tali operazioni aumenti. Pertanto, l’obiettivo dell’inchiesta è garantire che Meta e tutte le app di social media facciano tutto il possibile per contrastare tali iniziative.

Meta afferma di essersi impegnata a combattere la disinformazione. Secondo i rapporti di Meta sul comportamento coordinato non autentico, l’azienda ha chiuso vari programmi di disinformazione gestiti da gruppi russi e afferma che i suoi processi di rilevamento sono migliorati continuamente.

Tuttavia, recenti ricerche condotte da un gruppo no-profit, AI Forensics, hanno rilevato che l’operazione Doppelganger sta raggiungendo un pubblico “cinque-dieci volte più ampio di quanto si pensasse in precedenza” su Facebook. Questo ha spinto l’UE ad avviare una nuova indagine, chiedendo a Meta di fornire ulteriori dettagli sui suoi sforzi per proteggere gli utenti dell’UE.

L’inchiesta dell’UE si concentra anche sulla recente decisione di Meta di ridurre la visibilità dei contenuti politici. L’azienda ha introdotto un’approccio che demote i contenuti politici nei sistemi di raccomandazione di Instagram e Facebook, incluso il feed principale. L’UE indagherà sulla conformità di questa politica agli obblighi di trasparenza e tutela degli utenti, nonché ai requisiti di valutazione e mitigazione dei rischi per il dibattito civile e i processi elettorali.

Infine, la Commissione UE ha sollevato dubbi sulla decisione di Meta di chiudere lo strumento di monitoraggio della piattaforma CrowdTangle, poiché ridurrà la supervisione da parte dei ricercatori politici. Meta avrà cinque giorni lavorativi per rispondere alle preoccupazioni dell’UE, altrimenti i regolatori potrebbero passare alla fase successiva, che potrebbe comportare sanzioni significative se i sistemi di Meta risultano inadeguati.

È importante notare che, nonostante i progressi compiuti da Meta nella lotta alla disinformazione, ciò che viene nascosto nei gruppi privati su Facebook rende difficile valutare il successo di tali approcci su larga scala.

In conclusione, Meta, l’azienda madre di Facebook, è sotto inchiesta da parte dell’Unione Europea per la diffusione di disinformazione di origine russa sulle sue app. L’UE sospetta che Meta non sia conforme agli obblighi del DSA e che la proliferazione di tali contenuti possa rappresentare un rischio per il dibattito civile, i processi elettorali, i diritti fondamentali e la protezione dei consumatori. Meta afferma di lavorare per affrontare questo problema, ma una recente ricerca ha rilevato che l’operazione Doppelganger sta raggiungendo un pubblico molto più ampio di quanto si pensasse. L’UE ha anche sollevato preoccupazioni sulla politica di Meta di ridurre la visibilità dei contenuti politici e sulla chiusura dello strumento di monitoraggio CrowdTangle. Meta avrà cinque giorni per rispondere alle preoccupazioni dell’UE, altrimenti potrebbe affrontare sanzioni significative.

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