Telegram è davvero la chat più utilizzata per istigare a delinquere?

Telegram è davvero la chat più utilizzata per istigare a delinquere?

Un fatto di cronaca attuale, la lotta dei no – vax che rifiutano di sottoporsi alla profilassi contro il COVID – 19, ha portato l’attenzione su un’app di messaggistica istantanea, molto usata e diffusa, ma negli ultimi tempi additata come capace di “istigare alla delinquenza”. Si tratta di Telegram, applicazione basata su un cloud, sviluppata e lanciata dalla società Telegram LLC, con sede a Dubai e nata dall’ingegno dell’imprenditore russo Pavel Durov.

La chat incriminata del canale è quella denominata “Basta dittatura”, che conta 44000 iscritti ed è diventata il luogo virtuale dove i no – vax si sono scambiati opinioni, pareri e hanno fatto girare notizie false. “Veleno che modifica il DNA della gente”, “gli Stati vogliono far morire 2 miliardi di persone per alleggerire il loro peso economico sulla Terra”, “il virus è stato voluto e studiato a tavolino dai dieci potenti del mondo”: questa è solo una parte dei contenti che girava sulla chat Telegram “Basta Dittatura”. Contenuti che hanno portato la Procura di Torino ad ordinarne il sequestro. Infatti, gli iscritti in questo spazio virtuale, oltre a scambiarsi idee e opinioni, organizzavano giornate di protesta e sit – in, sulla scia di quelli nelle stazioni contro i green pass. E, sempre su questo stesso luogo virtuale, sono stati diffusi i numeri ed i contatti di magistrati, virologi, politici e giornalisti, poi minacciati e perseguitati.

La Procura del Capoluogo piemontese ha avanzato la richiesta di oscuramento del canale alla piattaforma Telegram, perché ha rinvenuto reati importanti, quali istigazione a delinquere e violazione della privacy. E la richiesta è stata avanzata in modo insolito, poiché la Procura ha preferito muoversi alla stregua di un utente qualsiasi, mandando una mail all’indirizzo collegato alla funzione “Collaborazioni volontarie”. Questo, infatti, è il contatto messo a disposizione delle persone, che desiderano effettuare segnalazioni per violazioni e danni rilevati sull’app. La società con sede a Dubai, almeno per il momento, non ha fornito alcuna risposta. Pertanto, qualora il silenzio si protragga, la Procura potrebbe avviare una rogatoria internazionale.

Ma gli amministratori della chat si difendono e affermano: “Questo canale è stato creato perché in giro c’erano solo canali fuffa con complottismi patetici che mischiano il buono con il cattivo e così si danneggia tutto il movimento anti truffa Covid e anti-dittatura. Se ci fossero state alternative valide, questo canale non sarebbe neanche stato creato. E staremo a goderci il mare invece di doverlo controllare”. E, soprattutto, gli organizzatori non si arrendono. Infatti, sembra che stiano cercando di percorrere un piano alternativo, costruendo un nuovo canale, dove inserire tutti gli iscritti alla precedente chat. Qualcun’altro, invece, sta pensando di proteggere il canale con un codice, per impedire a soggetti esterni di scoprire e diffondere i contenuti che vengono scambiati. Alcuni hanno detto di voler occupare gli uffici di Telegram, altri attaccano la magistratura e le istituzioni.

Non è la prima volta che Telegram diventa una piattaforma di condivisione di odio e violenza. Era già accaduto tempo fa, quando fu scoperto che l’app era sede degli accordi tra alcuni membri dell’Isis, sostenitori del Califfato. Oppure canale privilegiato per la circolazione di materiale pedo – pornografico. E gli esperti dicono che tutto questo accade, perché Telegram è maggiormente tollerante in termini di privacy e controlli sui contenuti scambiati. Allo stesso tempo, consente di creare canali pubblici e gruppi a tema, che si possono diffondere e condividere, semplicemente mediante la semplice divulgazione di un link; soprattutto, oltre che un’app di messaggistica istantanea, la piattaforma russa è anche un social network, che permette di fare propaganda, pubblicizzare informazioni false e distorte e, talvolta, anche contenuti poco leciti. Dunque, a differenza di Twitter, Instagram e Facebook, i controlli sono meno stringenti e il canale Telegram si può trasformare in un canale dove violenza e odio si nascondono facilmente.