TMNT Teenage Mutant Ninja Turtles Arcade 1989

20/11/2019
Le riviste di videogiochi anni ‘90 utilizzavano il termine “beat’em up” per fare riferimento ai “picchiaduro a scorrimento”, ovvero a quel genere di videogiochi di lotta che, anziché combattersi sul ring, si svolgevano su più livelli di gioco a scorrimento orizzontale. Alcuni classici come Double Dragon hanno definito il genere dei picchiaduro a scorrimento, genere un po’ passato di moda ma che, grazie al retrogaming, continua a sopravvivere nelle biblioteche dei giocatori di tutto il mondo. In questo articolo vi avevamo parlato di quelli che a nostro giudizio sono 5 dei picchiaduri del passato che non potete non conoscere, di seguito, invece, abbiamo deciso di approfondire un titolo di questa speciale classifica di Syrus Blog: TMNT Teenage Mutant Ninja Turtles, arcade del 1989. Lo abbiamo scelto perché, tra i 17 videogiochi mai prodotti dedicati alle Tartarughe Ninja (Wikipedia ci ha dedicato addirittura una categoria) è quello rimasto più degli altri nei cuori dei retrogamers, per un semplice motivo: TMNT Arcade è rimasto lì dov’è, nel coin-op 1989, senza adattamenti o riedizioni per i dispositivi di nuova generazione. Non a caso il Times lo ha inserito nella lista dei “14 importanti giochi arcade non disponibili per iPhone o iPad”.

Il super cabinato
E lo crediamo bene, visto che, per l’epoca, la Konami aveva prodotto un cabinato con quattro postazioni, ciascuna dedicata ad una delle tartarughe ninja (potete ammirarlo nella foto che segue, presa da Amazon.com). Ogni manopola era assegnata a Leonardo, Michelangelo, Donatello, Raffaello, due pulsanti (salta, attacca). Si trattava del primo cabinato per beat’em up con quattro postazioni e prevedeva un impianto audio e video ottimizzato per i quattro punti di vista. Ciascun giocatore poteva aggiungersi in corso d’opera inserendo il gettone e scendendo in campo con la tartaruga ninja selezionata. Andando a naso, le partite costavano 200 Lire o 500 Lire, non di più…

Il miglior gioco a quattro di sempre
Era difficile, per la tecnologia dell’epoca, offrire un videogioco per quattro giocatori basato su un picchiaduro fluido, frenetico e “cartoonesco” come TMNT Teenage Mutant Ninja Turtles. Konami, che ancora oggi, non a caso, è tra i numeri del videogaming, ci era riuscita. Il microprocessore utilizzava un cpu 68000 a 8 MHz insieme a un altro cpu Z80 a 3,58 MHz, 5 chip audio diversi e una scheda grafica YM2151 da 3,58 MHz. Il campione audio analogico e un chip personalizzato permettevano di ospitare vere e proprie scene del cartone animato tra un livello e l’altro. Vero che, su uno smartphone, perderebbe tutto il suo smalto…