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Alphabet perde potenziale al Nasdaq

Alphabet perde potenziale al Nasdaq

By Redazione

Alphabet, la holding che controlla Google, fattura 36.34 miliardi di dollari nel primo trimestre 2019, registra una crescita dei ricavi del +17% rispetto all’anno precedente e perde l’8% al Nasdaq. Come è possibile? I numeri sono quelli di una azienda che scoppia di salute eppure, leggendo le analisi offerte durante la prima settimana di maggio dal National Association of Securities Dealers Automated Quotation, il titolo è sotto pressione. L’utile per azione scende da 13,33 dollari a 9,50 dollari (compresa la maxi multa comminata dall’Unione Europea per scorrette pratiche pubblicitarie, altrimenti l’utile sarebbe di 11,90 Dollari). In realtà, i mercati hanno reagito ad una inversione di marcia che Alphabet ha fatto registrare su scala triennale: nel primo trimestre 2018 la crescita delle vendite rispetto all’anno precedente era stata del 23.4% e inoltre, come ci ricorda Il Sole 24 Ore, il giro d’affari è stato inferiore di circa 1 miliardo rispetto alle previsioni. Se è vero, dunque, che il fatturato è aumentato rispetto all’anno precedente, il 2019 in casa Alphabet è stato l’anno con il minor trend di crescita inferiore alle aspettative. Che il conglomerato capitanato da Larry Page potesse avere un rallentamento nello strepitoso percorso di crescita fatto registrare negli ultimi anni, era prevedibile, un pò meno prevedibile era la reazione del Nasdaq che mettesse sotto pressione il titolo Alphabet (Google). Il Wall Street Journal ha recentemente definito Google un tradizionale cartellone pubblicitario in versione hi-tech, sottolineando come la frontiera della pubblicità sul motore di ricerca, che da sola, sottolineiamo, ha generato 30,72 miliardi di dollari di fatturato dei 36,34 miliardi complessivi del primo trimestre 2019, sia stata superata da prodotti più appetibili e “di nuova frontiera”, come Amazon, per dirne uno. Alphabet inoltre ha goduto, sempre nel primo trimestre 2019, di 1,08 miliardi di Dollari di profitti portati in dote dal venture capital Lyft, prestigiosa società di trasporto alternativo, da poco quotatasi in Borsa in società con Alphabet. I mercati, infine, potrebbero reagire con ulteriore negatività di fronte all’addio di Eric Schmidt, dimissionario da consiglio di amministrazione Google – Alphabet dopo 18 anni di carriera da dirigente, irrobustendo i titoli di Apple, Amazon e Microsoft che, in queste stagioni, sembrano essere più stabili e meno rischiosi di quelli offerti da “Big G”.

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