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L’intelligenza artificiale interattiva è il futuro secondo DeepMind

L’intelligenza artificiale interattiva è il futuro secondo DeepMind

By fogliotiziana

Conosci DeepMind? Fondata nel 2010 da Mustafa Suleyman, Shane Legg e Demis Hassabis, è stata una delle aziende pioniere dell’intelligenza artificiale. Acquistata da Google nel 2014, è responsabile di progetti di grande importanza come AlphaFold, un software di predizione che aiuta a progettare le proteine. Da allora Suleyman ha lasciato DeepMind, ma lavora ancora tra le fila di Google. Di recente ha parlato di AI in un’intervista al MIT Technology Review.

Le fasi di transizione dell’IA

Il suo discorso è abbastanza chiaro e potrebbe essere riassunto come segue: Le intelligenze artificiali generative di oggi sono solo una fase. A sostegno del suo ragionamento, Suleyman spiega i diversi stadi dell’evoluzione dell’IA in tre fasi.

All’inizio, i compiti affidati all’intelligenza artificiale erano semplicemente la classificazione dei dati. Un esempio semplice da comprendere è quello del filtro antispam, una tecnologia di cui sono dotate tutte le caselle di posta elettronica. Uno dei primi filtri antispam è stato il progetto SpamAssassin, lanciato nel 2001. Sì, già allora si poteva parlare di AI!

La seconda fase è quella in cui ci troviamo attualmente. È il periodo delle IA generative, come ChatGPT o Bard. Questi sistemi sono già più complessi e autonomi, anche se non possiamo parlare di intelligenza artificiale. È un termine improprio per descrivere sistemi di algoritmi complessi, ma la vera IA in senso stretto non esiste ancora.

Per Suleyman, il futuro dell’IA risiederà nella sua capacità di interagire con l’utente. Un tempo in cui l’interazione tra uomo e macchina sarà più naturale, molto più vicina al modo in cui gli esseri umani comunicano. Dialoghi più completi e una migliore comprensione delle emozioni da parte del software.

Il futuro dell’IA: questioni etiche

Ogni sconvolgimento tecnologico richiede un quadro di riferimento, un insieme di norme per tenere sotto controllo il suo potenziale impatto. Suleyman svolge un ruolo importante nel dibattito sull’etica dell’IA. Si batte affinché i vari attori (settore privato, governi e società civile) collaborino per garantire un uso saggio di questa tecnologia.

Su questo tema è quindi piuttosto ottimista – sarebbe sorprendente il contrario, visto che ha fondato Inflection AI, una start-up che lavora con l’IA – e ritiene che questo equilibrio sia possibile.

Secondo Suleyman, prevedere un futuro sereno con questa tecnologia dipende innanzitutto da una sana convivenza tra uomo e IA. Ma non è tutto. Le aziende che forniscono servizi di IA devono anche dimostrare che le loro motivazioni sono compatibili con il rispetto del contratto sociale e del bene comune.

Le parole di Suleyman sono molto persuasive, ma dobbiamo essere critici e non accettarle acriticamente. Suleyman potrebbe avere una visione troppo ottimistica e ingenua dell’intelligenza artificiale, che potrebbe portarlo a ignorare o sottostimare qualsiasi dato di fatto che la metta in discussione.

Il suo ruolo è anche quello di promuovere l’intelligenza artificiale e di guadagnare la fiducia e il sostegno del pubblico, degli investitori e delle istituzioni. Non vogliamo accusarlo di essere disonesto, ma dobbiamo ricordare che noi esseri umani siamo soggetti a distorsioni cognitive che influenzano il nostro giudizio… al contrario dell’intelligenza artificiale!

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