Perché non dovresti mai ricaricare lo smartphone dalle porte USB pubbliche

Perché non dovresti mai ricaricare lo smartphone dalle porte USB pubbliche

15/04/2023 0 By fogliotiziana

La diffusione degli smartphone ha fatto fiorire numerose stazioni di ricarica negli spazi pubblici. Secondo l’FBI, che in questi giorni ha diffuso un comunicato stampa con importanti misure da adottare per la propria sicurezza informatica, ricaricare il telefono su una porta USB messa a disposizione in un hotel, un aeroporto o un bar, può essere rischioso.

I criminali informatici, infatti, sarebbero in grado di infiltrarsi nello smartphone e introdurre malware e software di monitoraggio  in grado di tracciare gli spostamenti, i movimenti bancari e le abitudini di chi sta utilizzando il dispositivo.

Le stazioni di ricarica hackerate possono infettare lo smartphone con malware

Uno dei consigli dell’FBI è di collegare sempre lo smartphone utilizzando il suo cavo accompagnato dal suo blocco di ricarica a muro. Dietro le utilissime stazioni di ricarica pubbliche si nasconde una pericolosa minaccia: il juice jacking, che può mettere a repentaglio la sicurezza dei dati personali.

Questa tecnica truffaldina, avvistata per la prima volta nel 2011, consiste nell’infiltrarsi in un dispositivo mobile introducendo uno script attraverso il cavo USB con cui viene ricaricato. In questo modo, gli hacker possono accedere senza ostacoli ai dati e alle informazioni presenti nei dispositivi connessi e agire indisturbati.

All’epoca, durante l’evento DefCon, i ricercatori di sicurezza informatica avevano sviluppato una stazione di ricarica che aveva già dimostrato questa vulnerabilità. Oggi i nostri smartphone contengono sempre più informazioni riservate, che si tratti di foto, messaggi, la nostra cronologia di navigazione in Internet e peggio ancora, i nostri dati bancari.

L’ultima ricerca mostra che una stazione di ricarica manomessa è in grado di recuperare il contenuto delle schede aperte sul browser Web di uno smartphone in meno di 10 secondi. Un tempo di ricarica di un minuto su una di queste porte USB è già sufficiente per compromettere il telefono di qualcuno.

Come ha dichiarato Tony Coulson, direttore del Cybersecurity Center della California State University, tutti noi dovremmo considerare i nostri telefoni come carte bancarie. A nessuno verrebbe in mente di prendere la propria carta di credito e metterla in un posto non protetto. Secondo lui, è possibile stabilire un collegamento tra questa pratica e l’hacking delle carte bancarie tramite la banda magnetica. La tecnologia USB è vecchia come il juice jacking. Questo la rende molto vulnerabile perché non ha un elevato livello di sicurezza interna.

Se dopo aver usato una presa USB pubblica la batteria si scarica più in fretta, controlla bene il tuo smartphone. Potrebbe essere stato infettato da un virus. Altri segni di un’infezione sono: un palpabile rallentamento delle applicazioni, frequenti surriscaldamenti, parametri modificati senza azione da parte tua o persino un utilizzo stranamente elevato dei dati mobili.

Per proteggersi da questo tipo di attacco informatico, Coulson consiglia di portarsi da casa il proprio caricabatterie, di dotarsi di power bank o di acquistare un cavo USB che non trasferisca dati. Ricorda che quando colleghi il tuo smartphone a una presa esterna, a volte ricevi una notifica che ti chiede se il dispositivo connesso è attendibile. A meno che il tuo dispositivo non sia connesso al tuo pc, è consuetudine dire sempre di no per mantenere i tuoi dati al sicuro.

Come ultima risorsa, se non hai altra scelta che caricare il tuo smartphone su un terminale USB pubblico, può essere utile controllare l’interno dei connettori del cavo. Un cavo USB ha quattro connettori. Due per la ricarica e due per il trasferimento dei dati. Sebbene la maggior parte dei cavi abbia quattro connettori, alcuni ne hanno solo due. In tal caso, si tratta di un cavo di sola ricarica e il rischio di collegarlo al telefono è minimo.

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