Smart farming: l’agricoltura del futuro per combattere il cambiamento climatico

14/06/2019
Lo sciopero mondiale per il clima del 15 marzo scorso ha risvegliato le coscienze di adulti e bambini sul tema dei cambiamenti climatici e della tutela dell’ambiente. Nel campo dell’agricoltura smart ci si pone dei nuovi obiettivi grazie all’utilizzo del digitale, che sfrutta la tecnologia per diminuire i consumi e aumentare la produttività a beneficio delle colture. Lo “Smart farming” è, quindi, il risultato tra l’integrazione di tecnologie ICT e macchinari, attrezzature e sensori impiegati nei sistemi di produzione agricola.
In futuro non ci sarà abbastanza terra da coltivare per tutti, motivo per cui servirà trovare un’alternativa valida per sfruttare al meglio quella che c’è. Si stima che la popolazione mondiale nel 2050 aumenterà di 1/3 e servirà il 60% di cibo in più rispetto a oggi. L’invenzione del Vertical farming ad opera del microbiologo americano Dickson Despommier, ad esempio, permette all’agricoltura di entrare in simbiosi con la verticalità architettonica delle metropoli. Con questa tecnica le piante sono nutrite a ciclo continuo con la tecnologia idroponica in cui le radici delle piante non affondano nella terra. Ciò permette di risparmiare spazio, di ridurre il consumo di acqua e di poter coltivare anche con luci a led indipendentemente dalla luce solare. A Milano durante l’EXPO del 2015 l’edificio progettato dall’ENEA e detto Skyland è stato il primo esempio di vertical farming in Italia e sempre a Milano è nata da poco la startup “Agricola Moderna” che si occupa di ridurre lo spreco di risorse naturali e massimizzare il gusto.
Lunghi periodi di siccità e gli effetti negativi del surriscaldamento globale ci invitano a riflettere anche sull’aridocoltura, che permette di razionalizzare il consumo di acqua, di limitare l’evaporazione di essa dal suolo agricolo e di rimescolare vari strati di terreno. Questa tecnica permette di risparmiare una grande quantità di acqua poiché, grazie alla microirrigazione, alimenta direttamente le radici delle piante evitando così di disperderla.

Nelle fattorie del Terzo millennio sarà fondamentale il monitoraggio dell’impatto sociale e ambientale di un prodotto agroalimentare durante le operazioni di produzione, trasformazione e distribuzione capaci di seguire interventi mirati sia nel risparmio di tempo e risorse sia nelle nuove modalità di lavoro adottate nei campi.
La tecnologia Blockchain è strettamente connessa alla tracciabilità alimentare perché permette di migliorare il rapporto tra produttori e consumatori tracciando in tempo reale tutti i rapporti commerciali che portano alla produzione di un certo alimento. Lo scopo è quello di puntare sulla trasparenza e sul risparmio economico attraverso la verificabilità dei dati.
Secondo la Ricerca 2018 dell’Osservatorio Smart AgriFood di Brescia, sono oltre 300 le soluzioni smart già presenti in Italia e adottate dal 55% delle aziende agricole, arrivando a valere 400 milioni di euro. Le startup di matrice agroalimentare sono cresciute in un anno del 270%, segno evidente di un crescente bisogno di rinnovamento delle aziende che non rinunciano alla qualità e produttività, ma puntano a tenere i costi sotto controllo dalla produzione alla trasformazione fino alla distribuzione e al consumo finale (from farm to fork).