“Dark Web”: cosa accadrà alle auto iperconnesse del futuro

11/11/2019
Una nuova caratteristica, con i suoi pro e i suoi contro, incombe sulle automobili di ultima generazione e caratterizzate da un elevato livello di connessione. Si chiama “dark – web” ed identifica la parte oscura, ignota e sconosciuta di internet, dove si annida buona parte delle attività illecite del mondo virtuale. Si tratta di quella porzione del Web non indicizzata dai motori di ricerca, a cui si può accedere soltanto mediante l’uso dei TOR, The Onion Router, che consente la navigazione limitatamente a questa specifica area del Web.
Le dark – net comprendono le piccole e le gradi reti, in cui sono attive le organizzazioni pubbliche o anche i singoli utenti. Ed ora l’ombra della loro azione oscura minaccia la sicurezza informatica delle iperconnesse macchine del futuro. Infatti, stando ad un recente studio portato avanti da IntSights, società che si occupa di cyber security e che vanta sedi sparse in diverse parti del mondo (Boston, Amsterdam, Dallas, TelAviv, New York, Singapore e Tokyo), la maggior parte delle auto collegate al cloud (spazio di archiviazione personale) e dotate di reti wireless sono a rischio.

I dati raccolti sono frutto di uno studio a cui il dark – net è stato sottoposto, da cui sarebbe emerso come i criminali informatici dispongano di tecniche sempre più sopraffine, usando a proprio favore le logiche software caratteristiche delle industrie automobilistiche. Lo studio prende il nome di “Under the Wood”, che stila un elenco dei brand maggiormente a rischio di attacchi informatici, man mano che si complica il loro livello di connettività e digitalizzazione. Infatti, la tecnologia Cloud e wireless che caratterizza i sistemi di queste auto ne migliora di certo sicurezza, affidabilità, funzionalità, ma espone a rischi importanti altri settori dell’automobile come: il sistema basato sull’apertura senza chiave, i collegamenti via cavo e Bluetooth degli smartphone, i dati del GPS…
Tuttavia, altri studi sul dark – web hanno un po’ smontato il caso e la relativa pericolosità che da esso deriva. Infatti, recenti ricerche hanno dimostrato non solo come il dark – web sia usato anche su iniziativa governativa per attività legali, ma sia anche di dimensioni più ridotte di quanto si sia voluto far credere. Inoltre, lo studio ha provato come il dark – web sia disorganizzato ed inaffidabile e difficilmente riesce in azioni criminali di grande rilievo. Infine, gli studi del settore hanno portato alla luce l’esistenza di un dark – web nel dark – web, cioè la presenza di siti onion a cui si può accedere solo su invito e che non sono mai pubblicizzati nelle comunità online. E sembra che il dark – web si “giochi” proprio a questi livelli “sotterranei”. Così sotterranei da essere praticamente inaccessibili.