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Riciclo batterie delle auto elettriche, l’Italia leader in Europa?

By Redazione

L’industria dei veicoli elettrici è ancora agli albori ma, se vogliamo che la scelta di una mobilità ecologica sia veramente tale, dobbiamo guardare a quelli che potrebbero essere i problemi di un futuro non molto lontano.

Fra questi il problema dello smaltimento e il riciclo delle batterie delle auto elettriche. Gli analisti hanno calcolato che entro il 2040, fra diciotto anni il quantitativo di batterie di veicoli elettrici da riciclare potrebbe facilmente arrivare a 200.000, una fila di camion di 260 chilometri, in pratica da Roma a Napoli.

La batteria è la componente essenziale di un’automobile elettrica ed è anche la parte più costosa. La loro produzione richiede l’estrazione e la raffinazione di litio, cobalto, nichel e la produzione di altri elementi; un processo che può avere effetti negativi sull’ambiente. Teniamo presente che la batteria di un veicolo elettrico ha un ciclo di vita, al massimo, di una decina di anni, quando la sua capacità si sarà ridota di circa un quarto e, per garantire una buona autonomia e buone prestazioni dovrà essere sostituita.

Attualmente si seguono due strade per riciclare le batterie dei veicoli elettrici. La prima, con un alto impatto per l’ambiente, prevede di ridurre le batterie in pezzi che, successivamente, vengono trattati chimicamente o termicamente per ricavare di nuovo le materie prime. La seconda strada, più ecologica e costosa, passa attraverso lo smontaggio della batteria per ricavarne i singoli componenti.

Inquinamento smaltimento batterie al litio

L’incremento del numero delle auto elettriche potrebbe avere ricadute positive sull’ambiente, nonché una diminuzione di emissioni di Co2, tuttavia la produzione delle batterie al litio, così come il loro smaltimento, non è così “innocente” come sembrerebbe.

Il litio, infatti, si ottiene in diversi modi, ma le tecniche sono principalmente due: o tramite il riscaldamento di alcuni composti che comportano l’uso di combustibili fossili, causando il rilascio di circa nove tonnellate di Co2 per una di litio o tramite estrazione dalle acque salmastre e successiva evaporazione, che comporta l’uso di duemila tonnellate di acqua per produrne una di litio.

Un altro fattore di inquinamento è il consumo di elettricità nelle aziende  che producono le batterie, senza contare il problema dello smaltimento.  Come riportato dalla BBC, meno del 5% delle batterie sono trasformate o riutilizzate, nonostante abbiano ancora quattro quinti del proprio potere di carica.

Riutilizzo batterie delle auto elettriche

Esiste una terza strada per il riciclo delle batterie delle auto elettriche: il riuso. Abbiamo detto che dopo una decina di anni la batteria ha perso parte della sua capacità di immagazzinamento di energia. Questo non significa che è diventata un “pezzo di ferro”, anzi queste batterie possono essere utilizzate come dispositivi di accumulo di energia negli impianti fotovoltaici e mini eolici domestici o anche per alimentare i robot. Il riutilizzo può raddoppiare la vita utile delle batterie, che, a quel punto possono essere riciclate.

È su questa strada che si stia muovendo il nostro paese aprendo un tavolo tecnico al Ministero dello Sviluppo Economico al quale sono stati chiamati a partecipare non solo i politici ma, soprattutto i rappresentanti di COBAT e CLASS Onlus (Comitato per L’Ambiente e lo Sviluppo Sostenibile). Se il progetto andrà in porto si tratta di una grossa opportunità per il nostro paese che potrebbe creare una filiera nazionale per il riuso delle batterie non più utilizzabili, per motivi di prestazioni, nei veicoli ma ancora in grado di accumulare energia sufficiente per alimentare un robot o gli elettrodomestici.

Smaltimento batterie elettriche: il ruolo del Ministero

Naturalmente il Ministero dello Sviluppo Economico dovrà essere promotore non solo dell’iniziativa ma anche di alcune leggi internazionali per favorire la pratica del riuso. Le norme vigenti, oggi, coprono la produzione, l’uso e il riciclo delle batterie agli ioni di litio. Se vogliamo diventare leader dobbiamo essere in grado di ampliare il quadro normativo a favore di un’economia circolare.

Questo significa, per esempio, introdurre un’etichettatura che contenga informazioni sulla chimica dell’anodo, del catodo o dell’elettrolita che come il codice ID delle resine consentirà di sapere con che tipo di batteria si sta lavorando e come trattarla al meglio.

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