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Click Fraudolenti

Click Fraudolenti

By miriamp

I sistemi di marketing online stanno diventando la componente principale di marketing nella quale un’azienda può investire per aumentare al massimo il suo fatturato. Esistono molti servizi che offrono piani di gestione di banner pubblicitari sui siti web, come ad esempio Google Ads o le pubblicità di Amazon e Facebook.

Si possono differenziare sotto numerosi aspetti, ma al centro della logica di mercato sta il fatto che un click su un banner pubblicitario diventa un costo (investimento) per l’azienda e un fatturato per il gestore del sito web che permette la presenza di pubblicità sul portale.

 

La nascita dei click fraudolenti

Questo semplice passaggio ha portato negli anni allo sviluppo di una serie di tecniche fraudolente che aumentano i click sui banner pubblicitari commessi non dal reale interessamento al prodotto offerto ma solo come escamotage per i possessori dei siti web, cosicché ne potessero aumentare il profitto. 

Un click fraudolento nei sistemi di marketing digitali è proprio questo: il premere su un determinato banner su una pagina web per aumentare il guadagno della pagina stessa a discapito di tutti gli investitori che riceverebbero quindi un aumento nella spesa per la pubblicità senza un vero rendiconto economico.

I metodi per eseguire questo genere di click sono diventati sempre più elaborati e complessi. Nel tempo sono stati sviluppati veri e propri tool di autoclick che cercavano di ovviare i sistemi di prevenzione messi in piedi da Google e le altre aziende di ads online. 

 

Casi di click fraud negli anni

Per esempio nel 2017 negli Stati Uniti, un hacker italiano Fabio Gasperini è stato condannato a un anno di carcere e più di centomila dollari di multa per aver creato, grazie a dei server ad ampia capienza, una grande rete di web browser simulati, che creavano click fraudolenti sul suo sito. La sentenza è stata la più grande in assoluto per questo genere di infrazioni: infatti il fraud click di per sé non ha restrizioni legislative e perciò non ha reali sanzioni legali, però è ben riconosciuto come azione illecita che deve essere fermata per una corretta economia pubblicitaria online

Un altro esempio sono i due bot MethBot e HypnoBot. Questi sono dei complessi programmi autonomi che si occupano di gestire migliaia di siti imitazioni di siti originali, come ad esempio siti di testate giornalistiche, guadagnando con le inserzioni posizionate su quest’ultimi. 

Per cercare di ovviare a questa tecnica fraudolenta è continuo sviluppo anche la ricerca di sistemi per ovviare a queste truffe digitali: le grandi aziende come Google sviluppano al loro interno dei sistemi di controllo sempre più elaborati basandosi sui cookies, i dati di sessione, gli indirizzi IP e dispositivi utilizzati, se cambiano oppure se rimangono gli stessi, o ancora attraverso lo studio statistico dell’andamento del traffico che può suggerire o meno il comportamento anomalo dello stesso ed eventualmente aiutare a trovare la possibile truffa sottostante. Se anche tu sei interessato ad un servizio che possa bloccare i click fraudolenti, rivolgiti a dei veri esperti come ClickFraud di Syrus.

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