Dopo il suicidio della figlia, una madre attacca Instagram e Snapchat

25/01/2022
Lo scorso luglio nel Connecticut, una ragazza di undici anni si è suicidata a causa dei social media. Dipendente dalle piattaforme social e vittima del cyberbullismo, la vittima fa tristemente eco alle rivelazioni di Frances Haugen dell’anno scorso sui file di Facebook. Sostenuta da un gruppo umanitario, sua madre ha finalmente scelto di citare in giudizio Snapchat e Meta, il gruppo proprietario di Instagram.
In Italia, l’età minima per iscriversi a un social network è di 14 anni, mentre negli Stati Uniti di 13. Tuttavia, è facile aggirare questo divieto, al punto che molti giovani ormai sono registrati su Instagram, TikTok o Snapchat senza avere l’età richiesta. È in particolare su questo punto che la madre della giovane vittima ha deciso di aggredire Meta. Dopo che sua figlia aveva “lottato per più di due anni contro un’estrema dipendenza da Instagram e Snapchat”, al punto da essere seguita da un terapeuta specializzato, ora accusa i social network di non presidiare abbastanza il loro (molto) giovane pubblico.
Tuttavia, la dipendenza dai social media non è un argomento nuovo. Che si tratti di TikTok, Snapchat o Instagram, i social network rivolti ai giovani funzionano come vere e proprie macchine che creano dipendenza, con un algoritmo abilmente oliato, in modo da incoraggiare i propri utenti a trascorrere sempre più tempo sulla propria piattaforma. Ossessionata dalla sua presenza online, Selena aveva gradualmente sviluppato disturbi del sonno e dell’alimentazione, ma anche assenteismo scolastico.
Più recentemente, la giovane ha dovuto affrontare anche molestie online, da parte dei suoi compagni di classe, ma anche da estranei. La denuncia rivela quindi che sarebbe stata “sollecitata per contenuti offensivi di natura sessuale da utenti maschi adulti di Instagram e Snapchat” e vittima di revenge porn. Tanti drammi resi possibili dalla mancata verifica dell’età degli utenti della piattaforma, spiega la denuncia presentata giovedì in un tribunale californiano, dal Social Media Victims Law Center (SMVLC), un gruppo di difesa legale con sede a Seattle.
Ricordiamo che qualche mese fa Meta ha sospeso il suo progetto Instagram Kids dopo le rivelazioni dei file di Facebook sull’effetto dannoso della piattaforma sulla salute mentale degli adolescenti.