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Non acquistare Bitcoin e criptomonete nel Dark Web

Non acquistare Bitcoin e criptomonete nel Dark Web

By Redazione

Prima di parlare di Dark Web cerchiamo di chiarire un concetto per eliminare alcuni pregiudizi molto diffusi. Tor è un browser, ne più ne meno di Google Chrome, Edge, Firefox ed altri. DuckDuckGo è un motore di ricerca, come Google, Bing, Yandex ed altri. L’unica differenza fra Tor e gli altri browser è l’uso di protocolli di sicurezza molto avanzati che consentono, spesso, di aggirare le restrizioni alla libertà personale imposte da alcuni regimi. Possiamo tranquillamente dire che associare Tor e DuckDuckGo al Dark Web è un errore piuttosto grossolano ma, purtroppo, molto diffuso. Il Dark Web e la sua parte peggiore, il Dark Market, fanno parte del Deep Web che, come la parte sommersa di un iceberg, rappresenta la maggior parte del mondo internet ed è costituita da tutti quei siti che non vengono indicizzati, per volontà dei titolari o per altre cause, dai motori di ricerca.

Cosa c’è nel Dark Web?

Nel Deep Web e nel Dark Web c’è di tutto. E come in tutte le cose pensate dall’uomo c’è una parte “buona” e una parte “cattiva”. Nel Deep Web, per esempio, possiamo trovare un sito della BBC, ignorato dai più, che è stato realizzato per consentire ai cittadini di paesi a regime totalitario di ricevere quelle informazioni che i loro governanti cercano di nascondere. C’è persino un social network utilizzato per far conoscere al mondo quello che realmente succede in alcuni paesi. Purtroppo esiste anche il Dark Market, la parte più nascosta del Web, dove proliferano i criminali informatici e la criminalità comune che si è semplicemente evoluta. Armi, droga, gioielli, psicofarmaci, smartphone e computer, progetti industriali e, soprattutto, dati. Dati di accesso a siti industriali, database di clienti di industrie, elenchi di normali cittadini. Tutto in vendita, tutto quotato come in una borsa internazionale dell’illegalità dove il valore è espresso in Bitcoin, Monero o Zcash.

I rischi del Dark Web

Anche usando DuckDuckGo è praticamente impossibile trovare qualcosa su Dark Web. L’unico modo è di partecipare a qualche chat (se ne trovano anche sulle principali messaggistiche immediate) e fidarsi del passa-parola. Passa parola che equivale a fornire a sconosciuti alcune informazioni indispensabili per portare a termine “l’affare”. Se tutto va bene per meno di un bitcoin potrete ricevere a casa l’ultimo modello di smartphone dichiarato “di provenienza lecita” ma che forse è stato solo accuratamente ripulito. Una parte fiorente nel Dark Market riguarda, poi, la vendita di criptovalute, Bitcoin e altro, cedute a prezzi inferiori alle quotazioni correnti. Un comportamento che equivale ad avventurarsi, di notte, in un quartiere malfamato con una valigetta colma di denaro. Nella migliore delle ipotesi ci ritroveremo con il classico “pacco” di scarso valore. Nella peggiore delle ipotesi il cyber criminale di turno userà le poche informazioni che gli abbiamo fornito per scardinare il nostro sistema e fare man bassa di nomi utenti e password di tutti i siti (banca e azienda inclusi) dove poter fare razzia di danaro o di preziosissimi dati. La regola principe da usare sempre quando si naviga in rete resta sempre la stessa: “Zero Trust”, fiducia zero.

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