Come si può capire se un bot sta cliccando?

Come si può capire se un bot sta cliccando?

Un clic del bot si realizza quando uno script o un programma software che ricorre all’uso dei bot automatici organizza le informazioni da un collegamento a un sito Web, come se ad agire fosse un essere umano, che clicca su un collegamento con il mouse. Il clic del bot è conosciuto anche come “click fraud”; caratterizza soprattutto le campagne e-mail o accompagna i banner pubblicitari. Con il clic del bot può accadere che il cliente paghi per i clic su un sito Web, che però non sono effettuati da esseri umani e non si tradurranno mai in conversioni. Infatti, questi clic bot, essendo delle macchine, non sono dei veri clienti interessati ai prodotti o servizi messi a disposizione dalle aziende.

Per questo motivo, diventa importante sapere come si può capire se un bot sta cliccando. Per capire se un bot sta cliccando ci sono differenti metodi e strategie da mettere in campo. Alcune metodologie sono più semplici, altre più complesse. Di certo, le modalità migliori per capire se un bot sta cliccando sono legate a Google Analytics. Infatti, tenere sotto controllo le attività del proprio sito attraverso Google Analytics consente di monitorare più facilmente le eventuali irregolarità, causate dai clic del bot. In particolare, è possibile evidenziare il numero medio di visualizzazioni della pagina, il tempo medio di permanenza sulla stessa e l’origine del traffico. Inoltre, i dati messi a disposizione da Google Analytics permettono di notare gli eventuali “salti” dei visitatori da una pagina all’altra o un sospetto picco di visitatori che, in condizioni normali, non si realizza. In questo caso, potrebbe essere un bot che sta cliccando. Ed è importante capirlo, anche perché queste azioni mettono a rischio il sito, rallentandolo, e ostacolando anche le visite dei clienti reali.

Per evitare l’azione dei clic bot, Google introduce il reCAPTCHA. Questa metodologia richiede un clic in una casella di controllo, così da verificare che si tratta di una persona fisica e non di un robot. Grazie a questo sistema del CAPTCHA, le iscrizioni ingannevoli e la compilazione fraudolenta dei moduli sono attività meno frequenti e praticate. Infatti, sostituendo il tradizionale test delle parole distorte, il “reCAPTCHA” di Google monitora i segnali che ogni utente fornisce, seppur senza saperlo. In particolare, si tratta degli indirizzi IP e dei cookie. Questi forniscono la prova che l’utente che interagisce è un umano. Google “memorizza” l’operazione e, in questo modo, riconoscerà l’attività dell’umano anche in altre parti del Web.