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Donkey Kong è tornato di moda

Donkey Kong è tornato di moda

By Martina Di Giannantonio

Gli anni Novanta sono considerati come il periodo in cui i videogiochi ebbero una vera e propria diffusione in scala mondiale. Ma questo processo in realtà risale già dal decennio precedente, quello degli anni Ottanta, in cui ci fu la nascita di tutte quelle che sarebbero diventate poi le future icone del mondo dei videogiochi, come Super Mario e lo stesso Donkey Kong.

Donkey Kong è un videogioco arcade a piattaforme sviluppato dalla Nintendo e uscito nelle sale giochi nel 1981. Nel gioco compaiono il grande scimmione e, per la prima volta, Mario, che qui viene però chiamato Jumpman. Quest’ultimo è un coraggioso carpentiere che deve salvare la fidanzata Pauline dal gorilla Donkey Kong, dovendo salire i piani di un palazzo in costruzione ed evitando i vari oggetti che lo scimmione gli lancia addosso. Ogni livello è costituito principalmente da piattaforme con l’aspetto di travature metalliche e da scale a pioli. Si può saltare per evitare gli oggetti letali che percorrono le piattaforme. Jumpman può inoltre raccogliere, una sola volta in ogni schermo, uno dei martelli presenti, potendo distruggere gli ostacoli davanti a sé per un breve lasso di tempo. Quando ha il martello in mano, però, non può né salire le scale né saltare.

È stato talmente tanto il successo del gioco arcade che, nei decenni successivi, sono stati pubblicati numerosi titoli per varie piattaforme e di diversi generi. Tra i giochi pubblicati successivamente c’è Donkey Kong Jr, nel 1982. Protagonista è il figlio di Donkey Kong, che deve salvare il padre dalla gabbia dove a fare da guardia è proprio Mario. È in questa versione del gioco che il fratello rosso di Luigi appare, per la prima ed unica volta, come il personaggio cattivo.

La vera rivoluzione del gioco arriva nel 1994 con il capitolo Donkey Kong Country pubblicato sempre dalla Nintendo. Il gioco si compone di sette mondi tutti da esplorare e situati sulla DK’s Island. Si passa da giungle tropicali ad ambienti sottomarini, da miniere abbandonate a mirabolanti caverne ghiacciate. L’obiettivo della missione è quella di recuperare le banane rubate dal re K. Rool, capo dei Kremlings, una feroce banda di pirati-coccodrilli. Il protagonista del gioco, però, non è il Donkey Kong del primo gioco arcade degli anni Ottanta, ma è il nipote, che si presenta anche con un aspetto leggermente diverso, con la caratteristica cravatta rossa che oggi conosciamo tutti. Donkey Kong Country è il primo capitolo della saga ad essere arrivato sulla console a 16 bit, la SNES, perché infatti, rispetto ai primi anni Ottanta, il concetto di videogioco passò dalle sale giochi alle console di casa. Negli anni Novanta il brand era ormai pronto per la metamorfosi dovuta all’innovazione tecnologica che migliorava di anno in anno, e inaugurò questa nuova era proprio con Donkey Kong Country. La rivoluzione più immediata apportata dal nuovo gioco era la presenza di animazioni più realistiche e di modelli dei personaggi in 3D, che andarono a sostituire quelli in 2D del passato.

Lo scorso novembre, Donkey Kong Country ha compiuto venticinque anni di successi, perché infatti, dopo di lui, sono stati sviluppati altri capitoli successivi, dimostrando che Donkey Kong, il grande scimmione nato negli anni Ottanta, non è mai passato di moda. Il più recente di tutti i capitoli pubblicati successivamente a Donkey Kong Country è Donkey Kong: Tropical Freeze, pubblicato nel 2018 per la console Nintendo Switch.

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