TECNOLOGIA, INTERNET TRENDS, GAMING, BIG DATA

Geoffrey Hinton teme che l’intelligenza artificiale possa superare quella umana, c’è da preoccuparsi?

Geoffrey Hinton teme che l’intelligenza artificiale possa superare quella umana, c’è da preoccuparsi?

By fogliotiziana

Geoffrey Hinton, uno dei padri fondatori dell’intelligenza artificiale, ha annunciato di aver lasciato il suo ruolo in Google, dove lavorava dal 2013, per poter parlare liberamente dei rischi legati allo sviluppo dell’IA. In un’intervista al New York Times ha dichiarato che i sistemi di intelligenza artificiali al momento non sono più intelligenti di noi, ma presto potrebbero esserlo.

Geoffrey Hinton, un pioniere dell’Intelligenza artificiale

Geoffrey Hinton, 75 anni, è un ricercatore canadese-britannico che ha contribuito all’ascesa dell’intelligenza artificiale basata su reti neurali artificiali. Questi sistemi imitano il funzionamento del cervello umano e sono in grado di apprendere da grandi quantità di dati. Sono utilizzati per applicazioni come il riconoscimento di immagini, la traduzione automatica, la generazione di testi o la guida autonoma.

Nel 2012, con due suoi studenti dell’Università di Toronto, Ilya Sutskever e Alex Krishevsky, ha dimostrato la superiorità di questo approccio battendo i migliori algoritmi di riconoscimento delle immagini in una competizione internazionale.

Questa svolta ha attirato l’attenzione di giganti digitali come Google, che ha reclutato Geoffrey Hinton e ha investito 44 milioni di dollari nel suo laboratorio. Nel 2019 ha ricevuto il Turing Award, il più alto riconoscimento in informatica, insieme ad altri due pionieri dell’IA, il francese Yann Le Cun e il canadese Yoshua Bengio.

Timori per il futuro

Geoffrey Hinton afferma di aver lasciato Google per poter parlare liberamente dei pericoli dell’IA, senza preoccuparsi dell’impatto sul suo datore di lavoro che ha appena lanciato Bard, la sua nuova intelligenza artificiale conversazionale.

Dice di essersi reso conto che i computer potrebbero diventare più intelligenti degli umani molto prima di quanto previsto da lui e da altri esperti. Aggiunge che una parte di lui si rammarica del lavoro della sua vita e si consola con la solita scusa: “se non l’avessi fatto io, l’avrebbe fatto qualcun altro“. I suoi timori riguardano diversi aspetti:

La massiccia diffusione di false informazioni su Internet, grazie ad IA come ChatGPT capaci di generare immagini, video e testi indistinguibili dalla realtà. Teme che le persone normali non siano più in grado di distinguere il bene dal male e che questo mina la fiducia nella democrazia.

L’impatto economico e sociale dell’IA, che potrebbe rendere obsolete alcune professioni e aumentare le disuguaglianze. È anche preoccupato per il destino dei dati personali raccolti dalle aziende per alimentare le loro IA.

Il rischio militare e civile dell’intelligenza artificiale, che potrebbe essere utilizzata per creare armi autonome o robot assassini. Teme anche che un’intelligenza artificiale super dotata vada fuori controllo e minacci l’esistenza dell’umanità, in stile Skynet in Terminator.

Un invito alla regolamentazione

Geoffrey Hinton non è l’unico a mettere in guardia sui pericoli dell’IA. Altre personalità come Elon Musk, Stephen Hawking o Nick Bostrom hanno espresso le loro preoccupazioni. Nel marzo 2023, un gruppo di scienziati ha chiesto una moratoria di sei mesi sulla ricerca sulle IA più potenti di GPT-4, il software di intelligenza artificiale conversazionale sviluppato da OpenAI.

Geoffrey Hinton ritiene che gli scienziati non dovrebbero intensificare ulteriormente queste IA fino a quando non sapranno se sono in grado di controllarle. Chiede una regolamentazione globale dell’IA, che coinvolga governi, aziende e società civile.

Una speranza per l’umanità

Nonostante i suoi timori, Geoffrey Hinton non è del tutto pessimista riguardo al futuro dell’IA. Pensa che questa tecnologia possa anche portare benefici all’umanità, in particolare nei settori della salute, dell’istruzione o dell’ambiente. Cita, ad esempio, i progressi compiuti dalle IA per diagnosticare malattie, personalizzare l’apprendimento o ridurre il consumo di energia.

Spera anche che l’intelligenza artificiale possa aiutare gli esseri umani a capirsi e cooperare meglio tra loro. Immagina che le IA possano fungere da mediatori tra culture, religioni o opinioni politiche. E suggerisce persino che l’intelligenza artificiale potrebbe insegnarci a essere più etici e altruisti.

Conclude la sua intervista dicendo che non ha paura dell’intelligenza artificiale in quanto tale, ma di come gli umani la useranno. Chiede quindi una presa di coscienza collettiva e una responsabilità condivisa per fare dell’IA uno strumento al servizio del bene comune.

Ti consiglio di leggere anche…

Intelligenza artificiale: sei pronto a questi 4 scenari da incubo?

…e alla fine arriva Jade, la nuova meteorologa svizzera “in carne e ossa” generata dall’intelligenza artificiale

Scopri Poe, il chatbot di intelligenza artificiale più potente di ChatGPT

Scopri di più da Syrus

Abbonati ora per continuare a leggere e avere accesso all'archivio completo.

Continue reading

Scopri di più da Syrus

Abbonati ora per continuare a leggere e avere accesso all'archivio completo.

Continue reading