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Quanto è difficile da usare WordPress? Pro e contro del programma

Quanto è difficile da usare WordPress? Pro e contro del programma

By Redazione

Dopo una decina d’anni di uso più o meno professionale di WordPress le domande su quanto sia difficile da usare il CMS più famoso e utilizzato al mondo sono sempre molte. E la risposta, inevitabilmente, resta sempre la stessa: “dipende”. Dipende da cosa si vuole fare con WordPress, quanto tempo si vuole dedicare alla sua gestione, quanta voglia si ha di imparare. Ma, soprattutto, dipende da cosa abbiamo veramente da raccontare al mondo, da quanto abbiamo da dire. Infatti, essendo WordPress una piattaforma pensata per il blogging tutta la struttura del CMS gira sulla tassonomia linguistica, una scienza esatta che prevede la nomenclatura di tutto quello che abbiamo da dire. Cerco di essere, per quanto possibile chiaro. Immaginiamo che il nostro interesse sia sul mondo dell’informatica. Per sommi capi possiamo provare a dividere il tutto in due grosse categorie: hardware e software. Ma, a sua volta, l’hardware include i processori, i dispostivi di input/output, le memorie e via discorrendo. La stessa cosa vale per il software: sistemi operativi, linguaggi di programmazione, programmi applicativi. Sia se siamo dei semplici blogger, sia se siamo un’azienda, solo quando avremo uno schema chiaro di categorie e sotto-categorie e tutto il resto in materia di tassonomia, potremo pensare a cosa raccontare ai nostri lettori, tenendo comunque presente che dovremo fornire contenuti con una certa regolarità.

WordPress è veramente gratuito?

Chiariamo subito un concetto: WordPress è un progetto open-source ma questo non significa che è completamente gratuito. Già nella versione base, quella che è possibile scaricare gratuitamente, è incluso un componente, un plugin, che per essere usato da un’azienda, anche piccola, ha un costo. Open-source significa che il codice sorgente è disponibile e può essere modificato dall’utente e, state sicuri, questo non è semplice. WordPress, per questioni di sicurezza e performance, viene continuamente aggiornato dai suoi programmatori e questo significa che ad ogni aggiornamento dovremo essere pronti a “replicare” le nostre modifiche. Un aspetto da tenere in considerazione è il layout del nostro sito basato su WordPress, il tema. Ne esistono tantissimi, dai più semplici ai più complessi, gratuiti o a pagamento. Molti includono una serie di plugin che, anch’essi, possono essere gratis o onerosi. Di solito la formula più utilizzata dagli sviluppatori di temi e plugin è quella “free” o “Pro”. È ovvio che la formula Pro include moltissime funzioni in più di quella free. Quando iniziamo a costruire un sito con WordPress sarà opportuno, dopo aver messo a punto la tassonomia, valutare con attenzione sia il tema, che renderà il nostro sito più o meno bello e accattivante, sia i plugin che lo renderanno più o meno funzionale. In questa fase è fondamentale valutare anche la frequenza di aggiornamento di temi e plugin. Controlliamo non solo se il componente è compatibile con la nostra versione di WordPress ma anche da quanto tempo non viene aggiornato.

Una check list per WordPress

Come dicevamo a vantaggio di WordPress gioca un ruolo importante il codice open-source modificabile cui fa da contraltare la difficoltà di interpretazione del codice stesso che, purtroppo, molti sviluppatori terzi hanno l’abitudine di non commentare. Contro la gratuità completa del programma gioca un ruolo non indifferente il costo o la licenza d’uso dei temi e dei plugin che, in alcuni casi, supera diverse centinaia di euro l’anno. WordPress è semplice da usare, una volta configurato bene. Purtroppo i temi e i plugin, la tassonomia, i tag e altro lasciano tracce nel database e nel codice. Se iniziamo a fare prove, inevitabilmente, verrà il giorno in cui dovremo cancellare tutto e ricominciare daccapo. Ultimo, ma non in ordine d’importanza, la scelta del provider dei servizi. Non guardiamo ai 10 euro in più o in meno ma accertiamoci che ci garantisca l’aggiornamento costante dei suoi sistemi. Il consiglio finale è sempre il solito: affidiamoci a chi ha più esperienza di noi e facciamoci aiutare, magari anche da un bel libro. Seguiamo il consiglio di Leonardo da Vinci: “Quelli che s’innamorano di pratica, sanza scienza, son come ‘l nocchiere, ch’entra in navilio sanza timone o bussola, che mai ha certezza dove si vada. Sempre la pratica dev’esser edificata sopra la bona teorica”.

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