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Windows 11 migliora la sicurezza degli utenti che lavorano da casa

Windows 11 migliora la sicurezza degli utenti che lavorano da casa

By Redazione

Cloud, smart working, formazione a distanza, Webinar e riunioni in teleconferenza. Il maledetto Covid-19, con il conseguente lockdown, ci ha “costretto” a trovare nuove forme di collaborazione e comunicazione. Lo scambio dei file avviene sul cloud, nella nuvola virtuale, la messaggistica immediata è passata da semplice moda a una necessità impellente per le aziende, per le associazioni, per gli studenti. In banca si va solo per accendere un mutuo o mettere qualche firma su documenti che non possiamo siglare digitalmente. Inevitabilmente, e le conseguenze immediate sono sotto gli occhi di tutti, i pirati informatici hanno trovato in queste nuove forme di utilizzo di smartphone, personal computer e portatili un terreno fertile dove fare i loro sporchi affari. Credo, in circa 40 anni di attività nel mondo dei personal computer di cui gli ultimi 25 lavorando sulle soluzioni web, di non aver mai visto tante patch di sicurezza dei sistemi operativi e dei programmi. Persino Microsoft, che sembrava aver trovato con Windows 10 una sua stabilità quasi definitiva, è dovuta correre ai ripari e, quasi in contemporanea al rilascio della versione 21H1 di maggio 2021 del suo sistema operativo, ha annunciato l’imminente rilascio, in versione beta, di Windows 11.

Windows 11, la sicurezza in casa e in ufficio

L’idea alla base del nuovo Sistema Operativo di Microsoft, se vogliamo, è semplice: ovunque si trovi un utente deve avere una visione delle sue attività senza soluzione di continuità. Ma sempre in piena sicurezza. Nel giro di pochi anni siamo passati dal concetto dello Small Office Home Office (SOHO), alla condivisione sul Cloud, allo Smart Working per approdare in un futuro prossimo al lavoro ibrido, l’Hybrid Working, un modo quasi rivoluzionario di intendere le proprie attività digitali. Interrompere un lavoro a casa, riprenderlo in treno, completarlo in ufficio. In questo contesto la sicurezza deve essere assoluta e i programmatori di Microsoft hanno introdotto, in Windows 11, la progettazione intorno alla sicurezza con tutte le tecnologie disponibili e con un occhio al futuro per isolare i processi direttamente a livello hardware, per crittografare dischi e file, per impedire all’utente di disattivare il servizio di protezione dai malware. Da quanto si legge sulla presentazione sembra che il concetto di “Zero Trust”, non fidarsi di nessuno, sarà incluso nel sistema operativo.

Arriva la nuova versione di anteprima di Windows 11

Il TPM sarà obbligatorio?

Proprio per garantire una sicurezza quasi assoluta Microsoft consiglia l’utilizzo di un hardware che includa il TPM (Trusted Platform Module, in italiano Modulo Piattaforma Affidabile). In pratica il TPM è un microchip dotato di una coppia di chiavi crittografiche uniche, che rendono il device sul quale è installato (Desktop, Notebook, o Palmare) unico e identificabile. Il motore in esecuzione nel TPM non solo consente di essere certi che il computer collegato alla rete sia quello che dice di essere ma, soprattutto, di crittografare in modo praticamente inviolabile tutti i dati che transitano sul processore: da quelli di rete a quelli memorizzati sul disco fisso che, addirittura, può essere completamente crittografato e, di conseguenza, usato solo sulla macchina ove era stato installato. Anche se non tutti i fornitori di hardware includono il TPM sulle loro piattaforme, specie quelle assemblate, fortunatamente Intel, AMD e Qualcomm hanno previsto, almeno nei loro processori più recenti un modulo di sicurezza che risponde alle specifiche TPM, attivabile dal BIOS. Per verificare la compatibilità del nostro sistema alle specifiche di Windows 11, Microsoft ha rilasciato un apposito tool. Un rapido controllo e potremo accertarci se il nostro fidato PC è pronto per passare, a fine 2021, al nuovo Windows 11.

 

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